FORTITUDO - VERONA, IL PREPARTITA DI GARA 1
7-1, per ben due volte di fila. Magari sarà di buon auspicio per la Germania contro il Brasile, per i prossimi mondiali di calcio, ma cestisticamente parlando 7-1, per ben due volte di fila, è il bilancio degli ottavi di finale playoff tra girone orientale e girone occidentale. Insomma, è chiaro che per 30 giornate vanno in parallelo due campionati semidiversi, con l'Est che di fatto è una vera e propria A2, e l'Ovest che, forse, è quasi da considerare una specie di A3. Vero che poi i playoff azzerano tutto e rimettono i valori al loro posto, ma magari la formula andrebbe rivista, considerando che, forse, qualche piazza arrivata al nono o al decimo posto di qua, vedi Ravenna e Mantova, di là si sarebbe qualificata, come si suol dire, pipa in bocca. Appunto: alla fine i quarti di finale li fanno le meritevoli, ma se per il secondo anno consecutivo la faccenda è così squilibrata, un motivo ci sarà.
Ora, la F contro Verona. Dopo l’ottavo di finale contro Agrigento, percepito da tanta gente come una specie di preparazione alle partite vere, forse perché alla terza occasione, e senza mai aver sofferto in precedenza, la sfida con i siciliani non sembrava davvero problematica. Cosa che in effetti lo è stata, ma dando sempre questa impressione di una squadra che, ad accendersi, riesce a fare grandi cose. Ma, spesso, ad aggiustare i guai di quei momenti in cui, invece, la testa e il fisico girano altrove. Con una squadra che oggi come oggi non sembra il platoon system dei tempi scorsi, e che non potrà chiedere ai propri big, tutti oltretutto non esattamente giovincelli, dei 35 minuti di media come successo, spesso e volentieri, contro Agrigento. Ci sono soggetti da recuperare (Italiano? McCamey?) e altri che dovranno dimostrare di meritare, in caso di primo impatto con il campo non positivo, una seconda occasione. Giusto che Pozzecco, a questo punto della stagione, non possa stare ad aspettare eventuali ritardatari cronici. Ma giusto anche ricordare che, se si è in 11, qualcosa da tutti deve essere spremuto.
Verona, quindi. Giunge qui dopo aver rovesciato il fattore campo per il secondo anno di fila. Serie contro Legnano condotta per quasi tutte le tre partite, con solo qualche difficoltà nel concretizzare il match point. I playoff hanno visto la conferma ad altissimi livelli di Phil Greene, bravo anche a reagire all’ottima marcatura avversaria in gara1 e a tornare lo scatenato realizzatore visto in regular season. Accanto a lui sono saliti di colpi nel momento giusto Jamal Jones, grosso talento offensivo ma a tratti discontinuo, ma soprattutto Andrea Amato. Da quando a Trieste l’infortunio di Palermo gli ha regalato il quintetto e un minutaggio più ampio il play ex Olimpia ha preso il controllo della squadra, vedendo esplodere le cifre a livello realizzativo e di assist. Il rendimento degli esterni ed in particolare al tiro passerà gran parte della serie contro la Fortitudo.
La serie contro Legnano ha confermato inoltre una Verona in buona condizione fisica, favorita anche da un’età media non elevata e da un tasso atletico più elevato di gran parte delle avversarie. Lombardi che però si presentavano corti e privi di due elementi importanti come Martini e Maiocco.
Per Verona ancora confermata l’assenza di Visconti, che comunque si giocava I minuti con Ikangi, con quella del lungodegente Maganza già tamponata con l’innesto di Poletti.
(foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro 103)