Dove eravamo rimasti, si potrebbe esordire, pensando che di basket giocato, in casa Fortitudo, non se ne parla da quel bollente giorno di quasi inizio estate in cui Siena venne schiantata permettendo poi la tracimazione del pubblico sul parquet di Forlì che di queste cose, vedi precedenti 1988 e 2010, ne è pieno. Nel mezzo, una estate relativamente serena per due mesi (solo il caso, che se fosse stato gestito meglio nemmeno caso sarebbe diventato, Lestini) prima dell'ambaradan degli ultimi tempi. Drucker, eccetera, ma anche Cuomo e tutto quello che ne consegue. Alla fine si gioca, nell'anomala situazione per cui la Fortitudo - che forse, visto anche l'obbligo di giocare le prime due casalinge in campo neutro, avrebbe potuto svelarsi al Paladozza al proprio pubblico, che così potrà vedere i Propri in Azzarita solo attorno ad Halloween - farà, in questo inizio, sempre tappa sulla A14, prima a Imola e poi nella doppia riminese.

Cosa sarà di questa squadra non è chiaro, in una A2 dove è difficile intuire gerarchie e altro, visto il calderone che ha mischiato due categorie: vero che non tutte le 32 iscritte puntano alla promozione, ma sarà molto interessante vedere come l'unione di realtà molto differenti andrà a caratterizzare le cose. Se ci sarà eccessiva disparità o maggiori sorprese: vista la prima giornata, diremmo la seconda, ma intanto la Fortitudo andrà tutta scoperta. Squadra confermatissima, roba quasi inedita in un mondo dove a volte anche il solo confermare il singolo magazziniere, per dirne una, viene sbandierato come segno di continuità. Qui c'è anche molto coraggio, perchè ci si poteva far prendere dalla voglia di nomoni e altro, ma si è preferito mantenere quelli che al ballo ti ci hanno portato. E se Boniciolli si fida dei giocatori, e se i giocatori hanno accolto Boniciolli, bravi tutti. Ora, che sia il campo a dare giudizi, sperando che il cambio temporaneo Radic-Daniel non intoppi le cose più di tanto.

Intanto, Imola. Realtà ben conosciuta qui nel capoluogo, che lasciati ormai i fasti di fine anni ’90 tra colombe casertane esportate anche in Europa, ora da un po’ sta cercando una sua quadratura del cerchio ad un piano inferiore. Salvatasi con qualche rimpianto per non aver fatto di meglio lo scorso anno, l’Andrea Costa ha confermato Ticchi in panchina e la guardia Anderson a roster (e già 25 all’esordio), mettendo attorno un mix di esperienza e giovanile strafottenza per migliorare la propria condizione. Conosciuti da queste parti eccome sono Patricio Prato (il “poliziotto” di Jasmin Repesa, un millennio fa) e Michele Maggioli, una parentesi in Virtus in mezzo ad una eternità passata a Jesi, ma anche il lungo Francesco Amoni – scuola Fortitudo – e Gherardo Sabatini, uno dei pochi se non l’unico a salvarsi nell’ecatombe fortitudina di due anni fa. L’altro straniero è il 3-4 Leonard Washington, e tutta la squadra sembra pronta ad un appuntamento con la storia, visto che la gemellata Fortitudo, a Imola città, non ci ha mai giocato, almeno contro l’Andrea Costa. L’anno scorso, infatti, al Palaruggi ci fu sempre un esordio in campionato, ma in questo caso contro Lugo. Con pive nel sacco. Chiaro: se iniziare nello stesso modo portasse allo stesso risultato finale ben venga anche la sconfitta, ma è difficile che Boniciolli sia di questo avviso.
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