Nei giorni scorsi Dan Peterson è stato a Bologna, chiamato da Stefano Dall'Ara - presidente di SCS Consulting - per parlare a una platea di quattrocento persone, esponenti del mondo dell'economia e delle istituzioni, sul tema "Imprese numeri uno", nella veste di business coach.
Nell'occasione, l'ex coach di Virtus e Milano ha parlato anche del passato e del presente.

Alcune dichiarazioni, raccolte da Marco Tarozzi su Stadio.

Gigi Porelli è il più grande dirigente che io abbia incontrato. All'avvocato piaceva mostrare quella scorza da uomo duro, tutto d'un pezzo. Eppure quel pomeriggio a Varese, dove conquistammo matematicamente il titolo con una giornata di anticipo, anche lui piangeva sulla spalla del fido Ugolini. Io naturalmente ero felice, ma di piangere non ero capace. Porelli se ne accorse e puntò il dito, e con fare minaccioso mi disse "americano di m…, nemmeno ti commuovi. Pensate solo ai soldi… sei licenziato". Ormai avevo imparato a conoscerlo, lo lasciai sbollire. Più tardi gli telefonai e gli chiesi chi avrebbe guidato l'allenamento della squadra il giorno dopo. "Che domande, tu!", mi rispose. Tempo un'ora, e il licenziamento era rientrato.

Sulla Virtus

Sono contento che Zanetti stia pensando a un impianto di proprietà, anche se non finirò mai di lodare strutture come il PalaDozza, il vecchio Palalido, il palazzetto di via dei Partigiani a Pesaro. Perché i giocatori dovrebbero sempre avere la gente vicina, come nei campi di calcio inglesi in cui quasi non riesci a respirare. Nei palazzi di oggi il primo tifoso te lo trovi a cinquanta metri. Il fattore campo non è tutto, ma conta più di quanto non si pensi.

Sta di fatto che Banchi in Virtus sta facendo un ottimo lavoro. È entrato in una situazione non facile, a gestire una squadra costruita da altri. Ha avuto buon senso e coraggio: dopo aver guidato Milano, dopo aver lasciato rimpianti a Torino e Pesaro, ha scelto di allenare all'estero, facendo un vero Master che lo ha arricchito. Quando ero agli inizi della carriera da allenatore, il Cile e soprattutto l'Italia mi hanno messo le ali.

Sulla Fortitudo

La verità è che aspetto il ritorno della Fortitudo in Serie A. Perché il derby è qualcosa che rende più belle le storie di basket a Bologna. La pensava così anche l'avvocato Porelli, che addirittura aiutò la Effe in tempi in cui faticava, con prestiti di giocatori e sostegno. Aveva ragione, per questo sarei contento di vedere la Virtus ai vertici, come sta finalmente accadendo, e la Fortitudo a battersi in Serie A.

Sul dualismo Bologna-Milano

C'è chi pensa che faccia male al basket italiano, io sono convinto del contrario: è qualcosa che fa parlare del nostro movimento, che lo tiene vivo. Un bene per tutti".

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