Lino Lardo, "Nello spogliatoio Virtus non ci deve essere una bella aria"

Lino Lardo è stato ospite di Sport Club su E-Tv.
Tu il mondo Virtus lo conosci. Che sta capitando? “L'ho vissuto sia nel maschile che nel femminile. Non la vedo benissimo, ci sono una serie infinita di sconfitte in Eurolega, e nervosismo in campionato. Gli infortuni sono una attenuante, ma una squadra come questa deve saper reagire. Ho sentito le ultime dichiarazioni del coach, e mi pare che questo sia un momento importante per andare avanti in stagione”
Questo allenatore ha accusato i giocatori di essere perdenti, e alcuni vanno via. “Visconti non ha mai avuto spazio, è giusto che ne cerchi altrove. Ivanovic sappiamo essere un allenatore di grande impatto caratteriale, e tra questo e le sue dichiarazioni, oltre alle sconfitte, bisognerebbe capire che aria tiri nello spogliatoio. Non deve essere bella, ma ci sono giocatori esperti, fedelissimi Virtus, che devono sapere come trovare una soluzione”
Con Ivanovic si può puntare allo scudetto? “E' un allenatore che ha vinto, che ha allenato un sacco di grandi giocatori, e penso che le sue dichiarazioni dipendano dal suo carattere e dalla sua idea di poter smuovere qualcosa. Il recupero di Clyburn e di Shengelia, oltre ad un Ivanovic che sa il fatto suo e tutta l'esperienza degli altri mi fa pensare che possano arrivare fino in fondo, anche se è un momento difficile. E' un bellissimo campionato, 5 squadre in 2 punti, non è mica sicuro che Milano e Bologna possano arrivare sempre in finale”
Belinelli come lo gestiresti? “E' assurdo dire che non sia facile gestirlo. Ha sempre dimostrato grandissima serietà, quando ero alla femminile vedevo quanto fosse per lui importante il rapporto con i compagni, è vero che sono passati gli anni ma quel che conta è il suo rapporto con l'allenatore. Non si può pensare di farlo stare tanto in campo, ma va sfruttato per quello che può dare sia come attacco che come esperienza. E' anche vero che le dinamiche interne non le conosciamo”
Ma 40' di panchina a Trieste con questo Holiday? “Non possiamo sapere se fosse una cosa prevista. Tutti si sono fatti delle domande, ma non conosciamo le dinamiche dello spogliatoio”
L'anno prossimo da cosa ripartiresti? “Dubito che Zanetti mi vorrebbe richiamare.. da fuori penso che manchi un centro vero, e che si dovrebbe ringiovanire. Vero che la Virtus deve stare sempre in alto, ma potrebbe essere il momento per programmare su una scadenza più lunga"
Chi non manderesti mai via? “Shengelia, Cordinier, Pajola. Diouf è la vera bella notizia di quest'anno, andrebbe appaiato ad un centro importante che gli tolga qualche responsabilità”
Ci sono problematiche più psicologiche o tecniche, in questo momento? “Direi psicologiche. Ma sono tutti giocatori così seri, e voglio citare anche Hackett che tanto ha aiutato la crescita di Pajola. La Virtus è sempre a due punti dal primo posto, e non sarà facile uscire da questo momento ma con questa esperienza se sapranno uscire da questo loop potranno essere la candidata per la vittoria. Io malgrado lo scherzetto della femminile ho ancora la Virtus nel cuore, e non credo che ci possa essere una caduta come pare adesso. Dovrebbero smettere di pensare all'Eurolega e puntare al campionato"
Baraldi ti cacciò dalla femminile mentre eri in semifinale. “Non fu un bell'epilogo, dopo buoni risultati e una semifinale con Venezia che avevamo già battuto. Scelta che non mi è stata spiegata”
Ma cosa ti dissero? “Che era una decisione di Zanetti a cui non era piaciuta gara uno di semifinale. E dato che ci metteva i soldi, si doveva fare così. Stavamo facendo un ottimo percorso, poi però le cose tornano e con Ragusa ho battuto la Virtus. Ma non era una vendetta, è che non c'era nessun attrito, nè negli spogliatoi nè con la società”
Come era il clima in Virtus ai tuoi tempi? Capivi che clima ci fosse? “Non c'erano grandi contatti con la società, non si vedevano dirigenti agli allenamenti. Io ho lavorato in modo tranquillo, mi sono confrontato con Baraldi e Ronci in caso di bisogno, forse mi aspettavo maggiore comunicazione ma sono sempre stato tranquillo e senza pressioni. Non mi hanno mai chiesto niente, pochi rapporti stretti. E quando incontravo Scariolo parlavamo più che altro di tecnica, c'era un confronto per me importante. Sicuramente c'erano più contatti con i tecnici che non con i dirigenti”
Tu eri sulla panchina di Milano nel giorno del canestro di Ruben Douglas. Come l'hai vissuta? “Fu la prima volta dell'Instant Replay, quarta partita di finale, le prime volte con lo sponsor Armani ma senza velleità di vincere un campionato. Fu bello riportare la gente alle partite, ecco. Di quel giorno ricordo il silenzio del Forum, e fin da subito avevo avuto l'impressione che il canestro fosse buono. Due arbitri su tre lo volevano annullare, è andata così. Piuttosto mi chiedo perchè Douglas fosse in campo in quella azione, dato che non stava giocando bene e magari potevano cambiarlo…”
Una partita entrata nella storia. “Non ce l'ho mai avuta con Douglas, ce l'avevo con Repesa che non lo aveva messo in panchina”
Un pensiero sulla Fortitudo? “Hanno avuto tanti infortuni. Ma credo che nei playoff, recuperando dai problemi fisici, possa diventare una delle favorite. Caja ha avuto un impatto immediato, poi c'è stata una pausa, ma ora hanno un roster forse non profondissimo che però potrà far bene. E' un campionato straordinario, Udine a parte c'è una classifica cortissima. Servirà essere in forma al momento giusto”
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