Mario Boni, ex Virtus e vicepresidente Giba, è stato sentito da L'Avvenire. Un estratto dell'intervista.

"Scudetto alla Virtus? No. Nella pallacanestro la fase finale può rimettere tutto in gioco. Lo abbiamo visto anche in Coppa Italia con Venezia che era ottava e poi ha vinto il trofeo… Con tutti i complimenti alla Virtus la stagione purtroppo è andata così.
Il numero di squadre nel prossimo campionato? Bisognerà decidere anche in base alla solidità delle società. Più scendi di categoria più ci saranno situazioni drammatiche. Tanti club forse salteranno, però per la legge del mercato avremo magari società di C già attrezzate per salire. Ciò che non è accettabile è che i giocatori non vengano pagati. Soprattutto in Serie B dove ci sono club che hanno approfittato della pandemia per sospendere i pagamenti e altri che hanno
versato solo tre mesi di stipendio… Ma molti giocatori fanno del basket il proprio lavoro: se un club non paga sia penalizzato o estromesso dal campionato.
In Giba io sono il vice, insieme col presidente Alessandro Marzoli difendiamo i diritti dei cestisti. Un ambito su cui siamo molto impegnati è il fine carriera. I guadagni non sono quelli del calcio: in Serie B ci sono professionisti a 1500–2000 euro al mese per dieci mesi. Quando smettono a 35 anni fanno fatica a entrare nel mondo del lavoro. E allora li aiutiamo anche solo a scrivere un curriculum, a prepararsi a un colloquio, facciamo corsi…
È un problema che riguarda anche la Serie A? Si perché a parte Milano, la media è sugli 80mila euro lordi all'anno. Uno stipendio buono ora, ma considerando la brevità della carriera... Per di più magari ti sei sposato quando non eri pronto e vivevi un'altra situazione e oggi facciamo i conti anche con tante separazioni. C'è anche un problema di gestione e diciamo ai ragazzi non abbandonate la scuola, andate all'università, createvi un futuro per quando smetterete."

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92