D'altronde siamo in primavera, e che cos'è la primavera se non una stagione dove oggi sei a zero gradi e domani a 25? Così, al risveglio dopo l'incubo retrocessione, la Fortitudo guarda la classifica con un po' più di serenita e si accorge che l'ottavo posto, oggi, è difficile ma non matematicamente impossibile. Poteri dell'avulsologia, e di un livellamento dei risultati tale per cui quest'anno si potrà arrivare ottavi con un record discretamente negativo: per intenderci, negli ultimi 15 anni è successo solo una volta, quando a Treviso bastò un 13-15. Altrimenti, almeno il 50%. Bene: stavolta potrebbero bastare anche 11 vittorie e 17 sconfitte, ma d'altra parte lo abbiamo detto, che questa è una stagione bislacca.

Per la Fortitudo dovrebbero capitare una serie di eventi nemmeno tanto impossibili, partendo dalla sconfitta di Trento mercoledì prossimo contro una Brindisi di rientro dalla quarantena. Capitasse, ci sarebbe di che divertirsi, perchè nell'ultima giornata, vincendo Bologna a Trieste, ci fossero le sconfitte di Cremona a Milano, di Reggio in casa con Venezia e della stessa Trento in casa con la Virtus, allora sarebbe davvero ottavo posto. Cosa che dovrebbe per forza di cose, pur con un record negativo di 11-17, far rivedere un bel po' dei giudizi, giustamente critici, verso questa stagione.

D'altronde fu la stessa Fortitudo protagonista, o meglio causa, di una rimonta simile, 23 anni fa. Quando appena bastonata dalla Virtus dopo il famoso Neuroderby andò a Reggio Emilia scarica e non del tutto battagliera contro chi invece era al bivio, vincere o retrocedere. La Effe si lasciò battere (con la Fossa tranquilla sugli spalti a cantare siamo bastardi quando Rivers acciuffò all'ultimo il supplementare e mostrandosi non del tutto interessata a vincere a tutti i costi, perchè quel risultato mandava in A2 gli ancora più nemici di Pesaro), e Reggio si salvò. La formula di quell'anno permetteva anche all'ultima salva di giocare i playoff, con gli ottavi di finale. E la truppa di Dado Lombardi, Basile e Damiao, ad un passo dalla retrocessione, infilò un tabellone fortunato potendo affrontare prima Milano e poi Treviso, entrambe fresche di delusioni europee. Volando, di fatto, da pochi secondi dalla A2 alla semifinale scudetto.

Ecco, siamo al limite della fantascienza, ma in una stagione dove non c'è stato il pubblico, dove tutto è andato al contrario, e dove la salvezza Fortitudo è arrivata (anche) da un recupero difensivo del suo giocatore forse meno avvezzo alla difesa, potrebbe capitare anche questo. Mettendo poi in difficoltà su dove giocare l'eventuale gara 3 dei quarti, essendo ormai pronta la ridefinizione della Unipol Arena in hub vaccinale per il distretto sanitario di Reno, Lavino e Samoggia. In soldoni: si potrebbe passare dal rischio retrocessione al playoff al PalaDozza. Incredibile, ma possibile.

(foto Legabasket)

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92