A 30 anni dalla vittoria Virtus in Coppa delle Coppe, il Corriere di Bologna ha sentito Claudio Coldebella. Un estratto dell'intervista.

"Sono passati trent'anni, incredibile, ho dei ricordi molto vivi, con Firenze piena di nostri tifosi, ho mille immagini in testa. Come il riscaldamento, quando facevo fatica anche a fare canestro in appoggio. Fu Messina a tranquillizzarmi, poi l'infortunio di Brunamonti aprì le porte a un mio minutaggio superiore. Serata fantastica, coronamento di una stagione bellissima.

Festeggiammo prima in campo con tutti i tifosi, poi al ristorante a Barberino: altrochè gli autogrilli dove ci si ferma oggi, all'epoca si andava nei ristoranti buoni. Anche lì grande celebrazione con i tifosi, per finire poi all'arrivo a Bologna.

Ricordi? Un tiro da tre e poi diversi lay up del cameriere. Quando hai vicino compagni come quelli di quella squadra è più facile, anche le parole di Roberto, incoraggiamenti e consigli, in panchina per l'infortunio, furono importanti. Per me è sempre stato un compagno speciale e una delle cose che racconto ancora oggi ai miei giocatori è che la competizione fa bene ed è il segreto del grande allenatore crearla. Io e Roberto abbiamo battagliato lealmente per sette anni, uno cercava di difendere il posto e l'altro cercava di rubarglielo. Mi ha fatto diventare un giocatore migliore.

Primo trofeo per Ettore Messina? Bob Hill aveva contratto ma non tornò dell'America e venne promosso Ettore, che fu bravo a mantenere alcuni capisaldi del mondo giovanile come il lavoro per il miglioramento individuale la cui somma dava il miglioramento collettivo. Per me fu importantissimo, eravamo un gruppo di italiani molto ben assortito e due grandi americani: come Richardson ne ho visto pochi. Quella coppa fu una pietra importante per quelli che furono poi i fantastici anni 90 della Virtus e sono contento di averne fatto parte"

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