Marco Belinelli è stato intervistato da Discovery Plus, parlando tra l'altro di futuro e Nazionale.

Un estratto delle sue parole.

Una stagione straordinaria a 38 anni. Il fuoco che ho dentro nonostante la mia età, l’amore per la pallacanestro mi porta a fare questo. Lo faccio per la sfida, per dimostrare che posso ancora essere un giocatore importante. Lo faccio perché comunque ho ancora tanto desiderio di aggiungere trofei alla mia bacheca ma soprattutto aggiungere trofei alla bacheca della Virtus Bologna. Quello che faccio non è solo merito mio ma è merito della squadra, merito della società, dell’allenatore. A me piacciono le sfide, vado in campo cercando di essere sempre me stesso, di dimostrare quello che sono, di aiutare la squadra a vincere. Finché c’è questa voglia di fare, questa voglia di confrontarmi, vado avanti. Poi ovviamente arriverà il momento in cui farò fatica e probabilmente quello sarà il momento in cui dirò ‘Vabè, adesso basta’… però non è ancora quel momento”. 

E' ancora possibile pensare alla Nazionale? Mi fa piacere sentire il mio nome accostato alla Nazionale però bisogna anche essere onesti: il gruppo della Nazionale è un bel gruppo già creato, quindi non so se la mia presenza potrebbe portare qualcosa di positivo o negativo. In questo momento ci sono altre priorità nella mia vita, non che la Nazionale non lo sia perché io ho sempre dato da tanto importanza all’azzurro, però sono padre di due bambine piccole e dopo una stagione lunghissima in cui si giocano tantissime partite tra campionato ed Eurolega, io ho bisogno di riposo, ho bisogno di fare le mie cose e stare con la mia famiglia, ho bisogno di fare i miei allenamenti per poi poter ricominciare la stagione con la Virtus in maniera positiva quindi in questo momento mi viene difficile rispondere ma è complicato”

Belinelli ha un altro anno di contratto con la Virtus. E il futuro? Sarà una decisione che prenderò parlandone anche con la società e con l’allenatore. Non mi sono dato un punto d’arrivo: finché gioco, finché c’è la volontà della società e dell’allenatore di farmi sentire importante e io personalmente sentirmi un giocatore importante che fa ancora la differenza, io non ci penso neanche al ritiro. Ho 38 anni, sto bene fisicamente, vediamo anno per anno. Io non ci penso al ritiro, io quando scherzo con mia moglie dico che mi ritirerei a 40 anni, però vediamo veramente anno per anno. L’importante è mantenere l’amore per la pallacanestro, la voglia di allenarmi, la voglia di sfidarmi e di sfidare il ragazzo più giovane di me, questo mi porta ad andare in campo e dimostrare quello che sono”. 

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