Marco Calamai è stato sentito da Luca Bortolotti per Repubblica. Un estratto dell'intervista.

"Il livello della squadra è questo, sarà una lotta salvezza dura. Il gruppo di italiani è buono: Aradori viene criticato ma ancora è uno che le vince da solo, Procida è una grande scelta, ha fìsico straordinario, mentalità e lo metto alla pari dei Pajola, Mannion, Spagnolo: deve giocare di più. Ma gli stranieri sono modesti. Senza squadre che falliscano e due neopromosse fuori da quella contesa, la lotta salvezza si restringe a chi non ha un USA di livello che ogni tanto da solo ti regali due punti, come capitava a Banks pur in una brutta stagione. Ora Groselle non marca, non salta, non fa i liberi; Gudmundsson avrà anche lo spirito da fortitudino ma qui in Italia non può stare. Sono due stranieri regalati agli avversari. Gli altri sono discreti, ma non risolvono le partite: Durham fa girare la squadra ma è da 6; Benzing in difesa lo paghi molto, Ashley è un po' leggero. Così si rischia. Gli errori dell'anno scorso li avrebbero fatti in tanti: Happ e Banks chi non li avrebbe presi? Ma finisce si sbaglino sempre gli americani, e se non puoi spendere tanto devi scegliere bene.
Repesa s'è sempre presentato come uno che s'impone, che fa pesare la sua parola. Voleva Procida ed è stato accontentato, poi forse s'è fidato, ma se ha chiesto giocatori e gliene hanno presi altri allora doveva lasciare ad agosto. Brutto quel finale, non si va via così. Ma le cose che nascono male finiscono peggio: era stato quasi preso l'anno prima, poi ha preferito Pesaro forse per soldi o perché non si fidava; e invece viene una stagione dopo con situazione non cambiata e squadra più scarsa. Strano, una partenza così era ad alto rischio.
La scelta di Martino? Rischiosa, ok, ma fino a un certo punto. Il club ha preso uno bravo, amatissimo dal pubblico che era in subbuglio, e che costa meno di altri. Martino arrivava da un brutto anno a Reggio, una carriera ancora breve, c'erano tanti big senza squadra... un'occasione anche per lui venire qui. Ma io non avrei mai mandato via Dalmonte, che ha fatto una cosa indimenticabile salvando una squadra a pezzi. Non c'era ragione di privarsene, se non inseguire un nome romantico"

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