Il 2024 della Fortitudo: l'anno biancoblu
Tutto girato attorno al rapporto tra Attilio Caja e il mondo Fortitudo, il 2024 biancoblu: l'amore incondizionato con la platea, le problematiche interne - di cui ben poco è trapelato all'esterno, e forse non è nemmeno un male - che hanno portato al divorzio a giugno, fino al ritorno in sella, questo autunno, dopo un interregno con il terzo incomodo, il quasi incolpevole Devis Cagnardi, già archiviato. Un po' come il lost weekend tra John Lennon e May Pang, una specie di interferenza nel suo rapporto con Yoko Ono, sperando che in questo caso non arrivi nessun Mark Chapman a fare ulteriori danni.
Stagione scorsa conclusasi con una finale forse imprevista, che ha lasciato scorie di gossip e altro di cui vedrete nell'elenco dei dieci pezzi più visti del 2024 sul nostro sito. Meritata la vittoria di Trapani, surreale tutto ciò che ne è scaturito nei giorni, settimane, mesi successivi. Ma restando focalizzati sul mondo del basket, un applauso che fu subito rotto dal divorzio tra tecnico e proprietà. Nel frattempo si cercò di confermare il più possibile della squadra, sapendo che per un bel po' ci sarebbe stata l'assenza di Aradori e che Ogden, in particolare (se non l'unico), sarebbe stato impossibile da confermare per volontà del giocatore. Si firmò Devis Cagnardi, che non era esattamente la prima scelta (forse il sogno era Rossi, rimasto poi a Rieti) ma nemmeno l'ultimo arrivato, allungando la panchina con gente meno scommessa dell'anno precedente e il botto di Kenny Gabriel, in teoria - teoria - un crac per la categoria.
Il resto è storia recente: squadra che non ha ingranato, calendario complesso (4 casalinghe e 7 esterne per Cagnardi), fino al richiamo di Caja che, per ora, ha dato qualcosa di più del predecessore pure senza la bacchetta magica.
E le scrivanie? Si fa come si fa laddove ci sono tante teste pensanti e non sempre si va d'accordo, come chiunque sia andato ad una riunione condominiale potrebbe testimoniare. Le dimissioni di Tedeschi poi rientrate dopo l'ennesima brutta prestazione, qualche rimpasto di quote societarie poco comprensibile all'esterno e quindi ardue da interpretare. E un 2025 dove tutti sanno che è bello non avere a che fare con problemi economici, ma dove non si potrà continuare a galleggiare: le ambizioni devono esserci, il pubblico è paziente ma non potrà esserlo all'infinito, in bocca al lupo a tutti.