(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Flats Service Fortitudo Bologna – Tezenis Verona 70-67

Tutto sta nella giacca e nella cravatta. La roba che Cagnardi si toglie di dosso, onestamente non facendo concorrenza a Richard Gere ai tempi di American Gigolò, è però il curioso spartiacque di una partita dove la Fortitudo, dopo un eccellente inizio, stava collassando nel più classico caso dei lavori in corso e laboratorio di studi ancora acerbi. Scesa a -8, vittima di troppe ipotesi ma poche tesi, a quel punto Bologna rimette le cose a posto tornando in vantaggio ed evitando un crollo casalingo che pareva quasi inevitabile a metà terzo quarto. Peggio evitato, vittoria portata a casa, ora infrasettimanale a Rieti.

 

Cronaca

Morti sul lavoro, allagamenti, un paese in emergenza. Nessun problema con la coscienza? verga la Fossa in un iniziale scambio di striscioni con i tifosi veronesi, solidali per quanto sta capitando nella nostra città (e non solo, si potrebbe dire). Ricordato anche Micio Blasi a 22 anni dalla scomparsa, si parte con la Fortitudo che ha gioco facile di una Verona che di fatto non entra in campo. 17-4 in 6’, quando Cagnardi può far esordire in stagione il rientrante Aradori, che tripleggia al primo possesso o quasi. Si tocca il 22-6, poi Penna scuote un po’ gli ospiti ed è 22-13.

I cambi abbassano un po’ l’intensità, e il tutto diventa più sfilacciato per non dire caotico e offensivamente anarchico. Si regge con qualche buona difesa, ma con poca costruzione di gioco e tanta improvvisazione. Ed è normale, specie venendo sfracellati a rimbalzo, che il vantaggio che prima c’era evapora fino al pari (ovviamente su rimbalzo offensivo concesso) a quota 35. Che è poi il punteggio del 20’.

 

La rottura prolungata viene mitigata solo da qualche buona mossa di Fantinelli in post basso ma non c’è un regista, tra i 4 che si alternano, che abbia una idea che una. Cagnardi si sgiacca e scravatta, ma intanto in campo è già tanta roba quando si riesce a lanciare un qualcosa verso il canestro, non importa se con esiti desolanti. Si va 42-50, poi di punto in bianco Gabriel dà un senso alla sua giornata altrimenti plumbea con due triple ad ispirare il pareggio. Manco si capisce come, ma al 30’ si torna in vantaggio, 52-51.

Evidentemente lo scravattarsi del coach ha portato bene, e la Effe continua nel buon momento che ribalta la faccenda, anche perché se qualcuno fa le pentole c’è poi Freeman a fare i coperchi: il parziale diventa di 18-1, ribaltando dal -8 al +9. Il resto, a parte qualche brivido finale però non particolarmente incisivo, è archivio.

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