Simone Fontecchio - che finora non sta incidendo come sperato nell’inizio di campionato della Virtus (10/37 al tiro) - è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Ecco le sue parole:

Cosa è successo contro Capo D'Orlando? «Non ce l'aspettavamo, ma nemmeno ci si aspettava di vincere la prima contro Venezia. I momenti positivi e negativi vanno affrontati allo stesso modo, con umiltà quando si vince e senza disunirsi quando si perde. Dobbiamo restare tranquilli, anche se non è facile perché la pressione è alta».

Più alta dell'anno scorso, visti gli obiettivi della stagione? «Ce n'è di più sicuramente. L'anno scorso l'obiettivo era la salvezza, quest'anno ci sono più aspettative da parte di tutti ed è normale».

Il rientro di Allan Ray sarà un aiuto in questo senso? «La sua assenza ha pesato parecchio, ci avrebbe fatto comodo averlo in campo nei momenti negativi di domenica scorsa. Ci dà tranquillità in attacco ed è il nostro leader, pesa non averlo da tre settimane».

Lei sta tirando male in queste prime tre giornate: il 10/37 complessivo è un dato da migliorare, come si fa? «È logico che vorrei fare più canestro e che mentalmente un po' mi condiziona. Cerco di non abbattermi e continuare a fare le mie cose sul campo con tranquillità, anche se non è facile. Sono uno che si allena tanto al tuo e non vedere frutti mi scoraggia. Cerco di non forzare e prendere i tiri giusti che costruisce la squadra, continuando a fare le mie cose in difesa. È un momento così, spero che passi in fretta ma so che dipende solo da me».

Quando la Virtus troverà continuità al tiro potrà sfruttare in pieno anche la presenza di Pittman? «Sappiamo di doverlo sfruttare, soprattutto in attacco, perché se lo serviamo bene nella giusta posizione è un giocatore che fa molto male, ma è anche bravo a riaprire il gioco. Quando cominceremo a fare canestro si vedranno i frutti del lavoro che stiamo facendo fin dalla preparazione».

Perché non riesce a tradurre in partita gli ottimi allenamenti, anche al tiro, che svolge durante la settimana? «È un problema di tutta la squadra. In allenamento ci passiamo la palla, siamo fluidi e in difesa diamo tutto finendo le sessioni stremati. Contro Capo d'Orlando ci sono state diverse azioni nelle quali abbiamo difeso bene per 20" prendendo poi canestro ugualmente, mentalmente ti condiziona».

Un altro dato che salta all'occhio sono i soli 3 liberi tirati nelle prime 3 giornate. «Cerco sempre di attaccare il mio uomo, ma ora non sto facendo canestro e le difese giustamente mi lasciano più spazio al tiro e meno alla penetrazione. Q sto lavorando, a volte magari non evidenzio abbastanza i contatti, è qualcosa che si acquisisce con l'esperienza».

Giocare da 4 può aiutarla a sbloccarsi? «È una soluzione che abbiamo cavalcato parecchie volte quando c'è stata la necessità. Se c'è un 4 più lento di me è più facile attaccarlo. Il mio ruolo è quello di ala piccola, ma se posso dare una mano alla squadra da 4 non mi tiro indietro».

Questo è l'anno nel quale ci si aspetta il suo salto di qualità. Torniamo al discorso della pressione? «Mi aspetto molto da me stesso e cerco di migliorare ogni anno il mio gioco. Ho molte più responsabilità dell'anno scorso, ma sono felice e questo non mi mette pressione. Cerco di dare il mio contributo alla squadra senza forzare o strafare».

Sullo sfondo c'è sempre la Nba, dopo il buon provino con Boston. «È una cosa che vivo serenamente, quell'esperienza mi ha arricchito però cerco di non pensarci più di tanto perché è un obiettivo ancora lontano»

DEXTER PITTMAN: NON SONO PREOCCUPATO, LA STAGIONE E' LUNGA. DOBBIAMO TROVARE LA GIUSTA CHIMICA
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE