(Basilica della Navitità - Betlemme)
(Basilica della Navitità - Betlemme)

Buon Natale a tutti i nostri lettori! Ancora una volta e come sempre grazie, a costo di diventare ripetitivi, per tutta la fiducia che ci date ogni giorno.
La citazione di questo Natale 2025 è di GK Chesterton, ed è un estratto da un suo articolo del 1933. E' passato quasi un secolo, ma anche in epoca di internet e social ci sembra quantomai attuale. L'invito è vivere il Natale nella sua essenza.

È una caratteristica dei nostri tempi quella di creare aspettative grandiose sul Natale, trasformandolo in un gigantesco spot pubblicitario. La maggior parte dei giornalisti inizia a scrivere i primi articoli sulla stagione natalizia alla fine dell’estate e si prepara a lanciarli già nel cuore dell’autunno. (...)
Ma, per il mondo della pubblicità, il Natale sta arrivando quando è ancora di là da venire. Non si può mai dire, con soddisfazione completa e piena, che è giunto finalmente il giorno di Natale. La moda futurista dei nostri giorni ci porta a cercare la felicità nel domani piuttosto che nel presente. Quindi, mentre aumenta incessantemente il clamore nell’approssimarsi delle feste natalizie, non altrettanto clamore suscita la festa in sé.Gli uomini d’oggi pensano che quando la festa è arrivata sia già finita. Nel mondo commerciale odierno le preparazioni per il Natale sono infinite mentre la festa dura il tempo di un lampo. Il che contrasta nettamente con le usanze antiche, ai tempi in cui la festa era sacra per la gente semplice, quando ci si preparava con austerità all’Avvento e si digiunava alla vigilia. Poi però esplodeva una festa continua e gioiosa che durava dodici giorni e che culminava in quella bizzarria che Shakespeare definì La dodicesima notte, o quel che volete. (...)
Suggerisco addirittura che ognuno si goda il Natale quando arriva, invece di essere bombardato dagli annunci che sta arrivando. Penso persino che sia meglio che il monello si ammali per aver mangiato troppo pudding di Natale invece di diventare un piccolo nichilista e pessimista a furia di vedere le foto della torta natalizia nelle riviste o nei tabelloni pubblicitari mesi prima di poterlo gustare. In ogni caso, solo mangiandolo si potrà dimostrare che quel dolce natalizio è buono. Ed è un simbolo che andrebbe tenuto a mente e che troppa gente oggi ha dimenticato: bisogna gustare le prelibatezze quando vengono consumate.(...)

Anche nel Natale antico c’erano i denari, le mercanzie e i mercanti. Ma lo schema morale dell’ordine antico, per quanto pieno di difetti, si basava sul fatto che il denaro non prevaleva sui beni, che il mercante non prevaleva sull’artigiano. Vi erano talvolta guadagni inattesi, come quei sei centesimi trovati incredibilmente dentro un dolce natalizio. Ma l’idea della proprietà stabile e del suo godimento prevaleva sul guadagno frutto del caso e della fortuna. (...)

Milioni di persone rette e di valore ci tengono ancora al Natale; e in tutta sincerità lo mantengono sacro e felice. Ma vi sono coloro che, approfittando di istinti naturali come la giocosità e la ricerca del piacere, lo hanno trasformato in qualcosa di molto più vile della giocosità o della ricerca del piacere. Hanno tradito il Natale. Per loro l’essenza del Natale, così come l’essenza del pudding natalizio, è diventata qualcosa di stantio da seppellire con i loro tesori; e hanno solamente moltiplicato i sei centesimi in trenta denari. 

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