STEFANO PILLASTRINI: TIFO FORTITUDO FIN DA BAMBINO, MA ADESSO CONTA SOLO IL PRESENTE. E VOGLIAMO VINCERE LA SERIE
Stefano Pillastrini, coach di Treviso ed ex allenatore di Fortitudo e Virtus, è stato intervistato dal Resto del Carlino e da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco una sintesi delle sue parole:
Una partita tra queste due realtà è sempre qualcosa di più rispetto a una semplice gara di basket, ma questo plusvalore può andare in secondo piano se la posta in palio è alta. Noi e loro da domenica ci giochiamo il passaggio alla finale e siccome entrambi i club vorrebbero arrivarci, solo il presente diventa importante.
Possibile che tutto si riduca al campo? No. La Fortitudo, per me, è sempre una squadra speciale. Ero suo tifoso fin da bambino e lì sono diventato un allenatore. Ricordo ancora il coraggio del presidente Germano Gambini quando mi affidò la squadra in una situazione difficile con la società che aveva parecchie difficoltà economiche. Io faccio parte di quella categoria di allenatori che crede nel lavoro e che cerca di colmare le lacune facendo crescere i gruppi che costruisce. Sono innamorato, anzi, adoro la squadra che sto allenando e per questo voglio per lei il meglio possibile. Sono abituato a gestire le mie emozioni. Anche quando vado contro le mie origini.
Avete il vantaggio del fattore campo, la Fortitudo ha un americano in meno. Partite favoriti? Non mi illudo che l'assenza di Flowers sia un vantaggio, perché il ro-ster dei nostri avversari è molto profondo e Valerio Amoroso vale di più di uno straniero. Io a Montegranaro sono stato promosso in serie A con un solo americano, ma con Valerio che vinceva le partite. E' un lusso per questa categoria, soprattutto in una stagione dove per varie vicissitudini ha giocato poco.
Avete passato il turno vincendo gara-cinque, mentre all'Aquila sono bastate solo tre partite. La stanchezza peserà? Non credo. Io spero che queste partite ci abbiano insegnato a giocare nei playoff. Siamo una squadra inesperta da questo punto di vista l'aver giocato qualche partita in più potrebbe trasformarsi in quell'esperienza di cui abbiamo bisogno.
Teme che l'effetto PalaDozza possa inceppare il vostro sistema? La serie prevede le prime due gare da noi e la terza a Bologna. In questi playoff a noi non è mai riuscito di sovrastare l'avversario con l'aggressività e l'energia. Contro la Fortitudo sarà fondamentale farlo e da questo punto di vista penso che iniziare al PalaVerde possa aiutarci. E' questa la prima lezione che dobbiamo imparare.
Pronostici? Non mi sbilancio mai. Quello spetta ai giornalisti o ai tifosi, io devo pensare a cosa serve alla mia squadra per vincere. Il bilancio di 1-1 in regular season non vale niente, Si ripartirà da 0-0. Di una cosa sono, sicuro sarà una serie bellissima. La Fortitudo ha veterani come Amoroso e Carraretto, e Daniel che ha giocato in A1. Noi siamo una squadra nel vero senso della parola. E abbiamo vinto più partite di tutti. Questo sarà un fattore.
A Treviso c'è un entusiasmo addirittura superiore a quello degli anni d’oro, quando l'ambiente sembrava forse un po' snob. Per un periodo si eia un po' spento, mentre adesso il clima è caldissimo. Dal canto suo la Fortitudo ha reagito nel migliore dei modi agli anni di problematiche che ha superato. Attorno all'Aquila ci sono ancora carica, energia, entusiasmo e passione.
Qual è l'arma in più dell’Eternedile? Ha grandi talenti individuali e grande esperienza. Noi dovremo essere più squadra, più compatti. Nella serie non si affronteranno due squadre tattiche. La vera arma in più si scoprirà partita dopo partita. Dovremo affrontare una squadra più fuorte di quelle sfidate fino ad oggi e sostenere una pressione mediatica maggiore.