Poteva essere un due novembre, tra polemiche sulla maglia (vedi striscione Fossa), dirigenti daspati e guai in infermeria. Finisce con una vittoria che è tutta figlia, come diceva Boniciolli nel pregara, della serietà della truppa. Che riesce a compattarsi negli uomini che ha, e che batte Chieti nella prima trasferta del campionato senza tre uomini (Ruzzier, Italiano, e l’enfant du pays Mancinelli, premiato) e dopo aver rischiato il tracollo nel secondo tempo. Eppure, saranno stati anche sette, ma ci hanno dato per quattordici: sarà autunno, ma qui si è trattata di una rondine. Poi, vedremo di che primavera parleremo.

Si parte subito in stile anni 80, ovvero palla agli americani e pedalare: quelli bolognesi vanno più forte di quelli casalinghi, e grazie al fatto che dietro Raucci riesca a tamponare un po’ ovunque – e il non secondario discorso del tirare e fare sempre canestro – ecco condito il parziale, 19-9. Che regge anche quando da 3 si inizia a far male ai ferri, perché i secondi possessi sono solo fortitudini, e quindi 25-17 al 10’.

Bologna cerca di continuare nello stesso modo, ma la faccenda diventa meno facile perché dall’altra parte si sveglia Golden, guardia da 8 filati per il pareggio (27 pari). Boniciolli cambia quelli che ha, continua a trovare faville da Roberts (suo il contro parziale di 6-0) e deve cercare minuti dagli infanti Torricelli e Costanzelli. Chieti sembra più che altro traccheggiare, non attacca e non collassa, resta in zona, sbaglia il pareggio allo scadere, e al 20’ si viaggia sul 36-33 bolognese.

Roberts quando non segna smazzola assist a chi ha voglia di far canestro, ma dall’altra parte la difesa non riesce a sbranare come dovrebbe, per cui alla fine Chieti sorpassa e fa 47-44. Serve disperatamente trovare qualcuno che aiuti i due mori, la risposta arriva da un sinusoidale Montano, e in un modo o nell’altro si torna avanti, fino al 55-51 del 30’.

Ci sono i gol di Gandini e Raucci, ma soprattutto il risveglio di Candi, che è ossigeno proprio nel momento in cui Chieti, di riffa o di raffa, era tornata a far pari a quota 61. C’è il play, c’è sempre Roberts, e una qualche operazione difensiva laddove in attacco non tutto funziona per il verso giusto. Ma è poco da lamentarsi, perché oggi poteva davvero andare peggio.

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