Pietro Aradori è stato sentito da Luca Bortolotti su Repubblica.
Un estratto dell'intervista.

"Di certo è una stagione molto, molto, complicata, già è difficile inserire in corsa un giocatore e noi abbiamo cambiato una squadra intera, in un anno normale non deve succedere. Stiamo cercando di costruire una chimica stabile e punti fermi che ora più di prima è fondamentale trovare. C'erano premesse diverse, obiettivi cambiati in corsa per un susseguirsi d'eventi che non ci aspettavamo, come l'addio improvviso di Repesa. Ma è andata così, e noi rassegnati non lo siamo, abbiamo voglia di lottare per giocarci ogni chance fino all'ultima partita. Ora dobbiamo isolarci da tutto e compattarci. Salvarsi si può, non c'è dubbio.
Io cerco di dare il meglio di me, come giocatore, compagno, come aiuto agli altri, ma serviamo tutti perché stiamo lottando. Evidentemente però ancora non basta, bisogna tirare fuori qualcosa di più.
Quest'anno il gruppo è bello, ragazzi super, ma non basta se è tutto in continuo divenire. Con Martino personalmente mi trovai bene il primo anno e adesso anche meglio, ai miei occhi è cresciuto. Stavolta è arrivato provando a sistemare le cose, ce la sta mettendo tutta ma senza risultati è frustrante.
In spogliatoio sto provando a spiegarmi e parlare un po' di più per cementare il collettivo e far capire a tutti dove sono, le risposte sono positive ma poi sul campo le difficoltà arrivano lo stesso. Ma vedrete, ce la giocheremo fino alla fine.
Il futuro? Non ci sto pensando perché credo fortemente alla salvezza. A cose decise vedremo, ora non voglio immaginare uno scenario senza la Effe in A"


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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