Ci eravamo lasciati 4 mesi fa, e il ritorno al basket giocato, benchè di precampionato, è una discreta botta di spugna ad un periodo, diciamo, rivedibile. Ci si era lasciati con le forti critiche a Pavani e Muratori da parte della curva, ne è rimasto soltanto uno, e in mezzo ci sono state le faccende Minucci, le telenovelas più o meno veritiere su Myers (lo era) ed Esposito (non lo era), le attese sull’allenatore e poi, di colpo, dalla fine di luglio in poi la Fortitudo che è tornata ad essere una realtà, se non altro, normale. Con un allenatore credibile, con un mercato fatto in tempi rapidi ma non frettolosi, e poco o nulla da segnalare, al di fuori dell’agonismo, nell’ultimo mese. Una novità, se vogliamo.

Si riparte con la Supercoppa laddove un tempo c’era il giustamente carbonaro precampionato fatto di tornei balneari e la possibilità per gli allenatori e le squadre di fare esperimenti ed esperienze senza avere i risultati già cristallizzati su Wikipedia: quindi è roba che lascia per forza di cose il tempo che trova, anche se magari l’anno scorso già da queste prime battute si poteva capire che quella Fortitudo non l’avrebbe salvata nemmeno, come si dice da ‘ste parti, il buon Murri.

I due USA, i due reduci e Paci in quintetto, Fossa a cantare nel Palasavena e cronometro dei 24” rimasto in vacanza per una partita che racconta subito di una Fortitudo indefinibile, con troppa staticità offensiva e raccordi difensivi ancora da recepire. Chiusi spara con Bolpin e Medford, Bologna risponde con il silenzio quando c’è da far canestro, ed è 5-23 al 9’. Il primo a muovere un po’ il punteggio è Cucci, ma dove arriva la grinta mancano i centimetri per essere anche solo credibili a rimbalzo, e Chiusi ha gioco facile a toccare il ventello (20-42 al 19’) prima di fare 45-23 al 20’.

Piombata a -23, Bologna replica con la buona lena di Thornton e toni che si alzano dopo qualche fischiata dubbia e consequenziale tecnico alla panchina. Non sarà il Paladozza ma a Chiusi viene il braccino, Thornton va quasi ad occhi chiusi ed è -7 (46-53 al 28’). Maggiore attenzione a rimbalzo e tiri facili sbagliati dagli avversari sono la chiave della rimonta, anche se per un po’ manca la continuità offensiva necessaria per non limitarsi ad arrivare in scia ma provare anche il sorpasso. Chiusi non la chiude (ah, ah), non la mette mai, la Fortitudo la mette ogni tanto, e dopo tanti regali arriva il -2 di Davis a 100” dalla fine. Aradori sorpassa, ancora Davis per il +4, e nemmeno lo sa, la Effe, come ha fatto a vincere questa partita. Forse con la grinta e il carattere (8/35 al tiro per gli avversari nel secondo tempo): la mentalità c’è, il resto vedremo.



KIGILI BOLOGNA – UMANA CHIUSI 71-65
(7-24, 23-45, 48-56)

B - Biordi 2 (2/2, -, -), Natalini NE, Thornton 17 (1/1, 5/9, 2/5), Aradori 14 (4/5, 2/6, 2/6), Barbante 4 (-, 2/4, -), Panni 5 (-, 1/1, 1/4), Paci 4 (2/5, 1/1, -), Fantinelli 3 (3/4, -, 0/2), Niang NE, Italiano (-, 0/1, 0/2), Cucci 11 (5/6, 0/2, 2/3), Davis 11 (-, 1/1, 3/6).

C - Cavalloro NE, Candotto (-, -, 0/1), Van Eyck 8 (-, 1/3, 2/10), Medford 21 (7/10, 4/5, 2/9), Bolpin 12 (0/2, 3/6, 2/6), Braccagni, Porfilio 1 (1/2, 0/1, 0/1), Martini 9 (-, 3/5, 1/3), Donzelli 4 (0/2, 2/5, 0/1), Bozzetto 4 (-, 2/5, 0/1), Lazzeri NE, Possamai 6 (2/4, 2/4, -).


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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