O soave giornata, per la Fortitudo, che di fatto ingerisce una piadina col radicchio che è, praticamente, il quasi match point per la serie A. E’ una squadra stanca, che spesso muore con la palla in mano perché – vista anche l’assenza di Cinciarini – non riesce più a trovare le giuste verticalizzazioni. Ma che esce da Ravenna con un risultato che riporta a 3 le vittorie di scarto da Montegranaro, con una giornata in meno da giocare: che poi ci sia ben poco da brillare per il gioco visto chissenefrega. Cuore oltre l’ostacolo, sacrificio e tutto quello che serve. E ora ne mancano solo sei, forse chissà, pure meno.

Minuto di raccoglimento per Alberto Bucci, e poi gioca solo Ravenna, che scatena un flipper dove ci sono 4 possessi e 11 punti. Preso il pugno quando ancora si stava preparando e finita 2-11, la Fortitudo ha bisogno di un timeout, delle triple di Hasbrouck e del ritorno sulla terra di Jurkatamm. Controparziale, 11-0 stavolta dalla parte emiliana, e vantaggio piccino piccino difeso poi dalle incursioni degli entranti Mancinelli e Delfino per il 19-15 del 10’.

Salutato dai tifosi bolognesi anche il piccolo Gianlorenzo, della cui tragedia sappiamo tutti, il secondo quarto riparte con nuova fatica bolognese: Montano non sente il peso dell’essere quello che era, due triple, 12-2 romagnolo e nuova fuga ravennate. Ma sono alti e bassi, discese ardite e risalite: Mancinelli ne ha, la difesa morde a tratti, controbreak 9-0, e nulla però da festeggiare, dato che si sveglia Smith (9 punti in 3 possessi), Masciadri sorpassa, 39-38 Ravenna al 20’.

Dopo, la partita diventa brutta come una A2 armena (chi sa di cosa si sta parlando avrà visto un certo video). Non si segna per ore, gli addetti al tabellone possono andare a farsi uno spritz al molo di Marina senza perdere nulla, e poi come solito quando si sblocca una lo fa anche l’altra. Equilibrio continuo, con Bologna troppo sfilacciata e imprecisa per mettere sul campo la propria supremazia in classifica, serve un tap in di Fantinelli per tenere il naso avanti, 54-53, al 30’.

La totale apnea continua, perché la scatola di aprirsi proprio non ne vuole sapere e perché la palla, in attacco, gira con troppa, troppa fatica. Se non altro si regge in difesa, in attesa di tempi migliori e di un volontario che provi ad infilare due cesti di fila. Arriva allora Mancinelli, che di bocce ne aggiusta a canestro anche 3, sbucando dal nulla e mettendo, di colpo, Bologna avanti di due possessi. Attorno rimane sangue, sudore e rischio di lacrime, ma quando anche Fantinelli riesce a trovare i pertugi ove far male arriva il +6. Chiusa? No, perché Ravenna scippa e Montano fa -1, Mancinelli mette due liberi, Montano rischia il pareggio ma cicca, e nell’ultima azione, misteriosamente, Ravenna lascia giocare Bologna prima del fallo che porta Rosselli a mettere il libero, di fatto, della staffa. Ma che fatica, ma che gioia.



( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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