L'onorevole Giancarlo Tesini è stato intervistato da Piero Guerrini su Tuttosport in occasione del 50° anniversario della nascita di Legabasket.
Un estratto delle sue parole.

In quel periodo la mia candidatura fu una sorpresa. Bologna era già un centro di estremo interesse cestistico, per tradizione e per via delle nostre due squadre, Vìrtus e Fortitudo. Perle sue qualità, le capacità e conoscenze, l'elemento protagonista e rappresentativo era l'avvocato Gianluigi Porelli. Io ero stato da poco eletto presidente della Fortitudo e proposi lui come candidato. Ma fu proprio l'avvocato a spingermi personalmente e a promuovere il mio nome. Avevo poca conoscenza di quel mondo, ma lui aveva un'idea.


Occorreva in particolare la comunicazione. All'epoca nemmeno il calcio aveva un contratto con la Rai. C'era bisogno di fare un passo in avanti. Io ero membro della Commissione di vigilanza Eai, avevo rapporti con la politica nazionale. Ero restio ad accettare, ma Porelli garantì il suo sostegno e disse che occorreva rafforzare la presenza di Bologna, al di là dei termini sportivi.
L'idea era compattarsi per crescere. Si va un momento di sviluppo, ma disordinato caotico. Si avvertiva la necessità di individuare un problema impianti, si stabilì una capienza di 3500 spettatori, necessari per offrire lo spettacolo. C'era un problema stranieri, uno di visibilità. La lega doveva essere composta da società impegnate e unite a dare risposte alle esigenze del fare sport ad alto livello. In questo si collocò l'allargamento alla Serie A2. Quello fu un passaggio decisivo, con un gruppo di squadre di vertice nel frattempo cresciute e un percorso perché altre si preparassero e adeguassero. Tutte parti dello stesso movimento.


Lei come si avvicinò al basket? Sono ancora uno dei pochi bolognesi che si ricorda quando la Vìrtus giocava alla palestra Santa Lucia, un'ex chiesa sconsacrata. Ricordo la Reyer, la Triestina, andavo a vedere le partite. Ricordo il campo alla Sala Borse e poi il PalaDozza che per me rimane l'impianto che meglio risponde alle esigenze del basket, dichilogiocaedichilo guarda. Andavo a vedere le partite della Vìrtus, poi fui assorbito, in quanto di formazione cattolica, dalla Fortitudo, ma sempre mantenendo i rapporti con la società bianconera, anche in ragione dell'amicizia con Porelli. Eravamo vicini di casa. A proposito della Lega, tra le ragioni che mi spinsero ad accettare c'era la possibilità di avvalermi di Piero Parisini, elemento cardine della Fortitudo con Lamberti e Zucchini. Loro mi convinsero a diventare presidente del club.

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92