E se si giocassero tutte il 16 giugno, le partite decisive – magari anche non quelle del campo – la Fortitudo sarebbe da tutta altra parte. 5 anni dopo e la storia continua, verga la Fossa ricordando il tiro del Serpentaro, esattamente cinque anni fa, e stavolta non sarà stata una parabola fatata da quasi metà campo di un pazzoide panamense a far vincere Bologna, ma qualcosa di simile. Che viene da un pacato pesarese, Matteo Malaventura, che a 2” dalla fine nel traffico infila il pertugio giusto, subisce fallo da Masciadri e mentre tutti sul -1 pensano a cosa sarà tirare i liberi decisivi la palla si arrampica sul canestro e va dentro. Ci si dimentica dell'aggiuntivo e scatta la gioia, al termine di una partita mille volte vinta e mille volte persa, in campo come negli spogliatoi, con la Polizia che fatica – ma riesce – a contenere la rabbia dei forlivesi, beffati per l’ennesima volta in una volata promozione.

Andando a mulinar palleggi e movimenti su un campo che, attorno, viaggia a decibel incrementati anche da qualche – te pareva –
vuvuzela, i primi segnali della partita sono forlivesi, con Forray a vincere il derby dei cuori palpitanti in un piover di cartoncini. Non è che Bologna abbia paura, per come riesce a ruggire immediatamente, grazie a Sorrentino e due triple di Malaventura: 12-1 di parziale, 16-9, ma nemmeno il tempo di accorgersene che il cielo cambia. Arriva il secondo fallo di Cittadini, sei punti filati di Frassineti, e quel che poteva essere non è. Tornato con il naso sotto proprio nel momento di dover ribaltare la sua panchina per cercar forze nuove, Finelli paga dazio: altro 12-1, stavolta dalla parte di Forlì, mentre Muro ruota attorno all’attacco senza saper che terra battere, e Tommasini infila la tripla dalla sua metà campo, allo scadere. E 24-19 Forlì al 10’.

Il tempo di capirci qualcosa, e il restar aggrappati alla partita fortitudina diventa merito degli insospettabili: mentre Cittadini non può esimersi dal commettere l’ennesimo evitabile fallo (e sono 3) e Muro lotta con mulini a vento più grandi di lui, il pareggio a quota 26 è da accreditare a Micevic e Quaglia, bravi a fare anche il lavoro dei titolari. Forlì ha più frecce e fa sempre canestro, con doppia tripla di Masciadri e gioco da 3 di Forray, ma Quaglia impazzisce: rimbalzi, schiacciate, e inevitabile mandante morale del parzialone con cui, dal 31-37, la F rimette il naso avanti. E anche tanto, con il redivivo Muro a mettere la tripla del 43-37, andando quindi da un massimo vantaggio all’altro. Liberi di Farioli e
Frassineti, e stavolta il ciuf allo scadere (da distanza umana, però) è di Lamma. 46-40 Bologna al 20’.

Le prove tecniche di sgommata arrivano con il risveglio di qualche titolare: due triple di Malaventura, cinque punti di Gigena, e sul 57-45 se non si scappa è perché nel momento migliore arrivano le pollaggini. Quarto fallo di Cittadini su un Farioli ormai perso che quindi dice 2+1, altro 2+1 (stavolta di Frassineti) su palla persa a metà campo, e altra tripla di Farioli. In un amen, 0-9 che rimette in vita una Forlì quasi all’angolo: si annaspa, e se non si capitombola, mentre Finelli sfoggia un anomalo quintetto con Gigena unico lungo, è perché dietro arriva qualche recupero. Quattro di Malaventura, e 65-60 al 30’.

Ma ci si riprova: due triple di Malaventura, 71-62, e nuova bolgia fortitudina. Non c’è però l’istinto del killer, e ancora una volta la reazione forlivese viene a fagiolo per non chiudere la partita, anche se nuovamente sono più gli errori bolognesi che i meriti – oltre alla tenacia – dei padroni di casa. I palloni finiscono in parterre, Forlì si esalta, e arriva al 71-70 (tanto, tanto ramadan offensivo) con due liberi di Forray. Lamma tripleggia, ma si lascia troppo spazio a Forray e Frassineti, che fanno 74 pari a 2’30” dalla fine. Lo stesso Frassineti si scaviglia, mentre Cittadini fa il quinto fallo e Forray sorpassa. Si trema, anche dopo la tripla di Muro per il 77-76: segna ancora Forray, fallo criminoso a rimbalzo di Quaglia e due liberi di Farioli, per un 4-0 mortifero. Sembra chiusa, ma arrivano due liberi di Lamma, i pasticci forlivesi nella azione che potrebbe chiuderla e, in un remake di Milano 2005, il gol vittoria. All’epoca valse uno scudetto, oggi vale una promozione in LegaDue che andrà poi tutta saggiata al momento di fare i conti, ma la notte è bella, in casa Fortitudo.

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92