Doveva essere una cartina tornasole di tante cose, e alla fine il big match della giornata racconta che questa squadra un po’ di serenità l’ha trovata, e che Dalmonte può, almeno per adesso, essere certo che i giocatori sono dalla sua parte. Udine viene al Paladozza in modalità sparring partner, imbarazzante per gestione e per atteggiamento, e la Fortitudo è nella versione giusta per spargimenti di sangue – metaforicamente parlando – che chiudono la partita dopo pochi minuti del secondo quarto, rendendosi la vita facile e straripando senza che mai gli avversari abbiano cercato il minimo tentativo di fingere, almeno, una riscossa. Almeno, stavolta, sarà una settimana tranquilla.

Si comincia spumeggiando fin da subito, con screzi verbali tra tifoserie e buon spettacolo in campo. Non ci sono difese da urlo, e se prima ne approfitta Gentile assieme a Udine poi diventa terreno fertile per la Fortitudo, che sfrutta le lentezze nei rientri friulani per armare un ispirato Aradori e rientrare fin da subito da un possibile, rischioso -5. Gioco fluido, 26-22 al 10’.

Quello che pareva un buon preludio diventa una mattanza nella prima parte della seconda frazione, con la Fortitudo perfetta a mettere alcol sulle ferite difensive di una Udine che non rientra mai nella propria metà campo con ordine, e una volta presa fiducia il canestro – anche grazie a tabellate gioiose – diventa un campo dei miracoli. Così, con un parziale di 9/10 dall’arco, è già 50-32 al 15’. Udine si perde del tutto, arrivano altre triple (sono 7 a segno nel secondo quarto) e sono già 60 segnati, a fronte di 37 beccati, al 20’.

Udine torna dagli spogliatoi senza quasi nemmeno fare riscaldamento, ma di fatto sarebbe potuta tranquillamente tornare sul pullman a prescindere, dato che la musica non cambia, con la Fortitudo che ha gioco facile più o meno ad ogni azione. I 25 diventano 30, 35, e che sia proprio giorno di baldoria lo dimostra l’ultimo tiro del quarto, altra tabellata a segno, stavolta per Panni, e 86-48.

Non viene toccato il quarantello più per bontà che non per meriti altrui, si applaude la riesumazione di Biordi e il coro finale della Fossa a favore di Dalmonte fa capire da che parte sta la gente. Il resto si vedrà.


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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