I Giocatori Italiani possono giocare in Eurolega e fare bene. Non lo diciamo noi, lo afferma il campo.

Gigi Datome, Daniel Hackett e Nicolò Melli – per citarne alcuni – smentiscono uno strano luogo comune per cui gli atleti del nostro paese non riescono a competere in Eurolega. Lo hanno fatto e lo fanno con la loro stessa carriera, giocando in Eurolega da protagonisti e addirittura vincendola.

Ma il palcoscenico internazionale non fa paura neanche ad altri italiani, come Andrea Cinciarini – quasi sempre tra i migliori in campo, quando utilizzato – o Amedeo Della Valle, inserito la scorsa stagione nel quintetto ideale di Eurocup.

E lasciamo per ultimi i nostri ambasciatori oltreoceano: gente come Danilo Gallinari, protagonista in NBA, e Marco Belinelli: primo italiano a vincere l’anello e la gara del tiro da 3 punti.

Insomma: di cosa stiamo parlando? Di una sorta di “differenziazione per passaporto” applicata alla palla a spicchi? Noi non la accettiamo.

Siamo convinti che un giocatore italiano deve pensare al nostro campionato, ma anche avere l’ambizione e la determinazione di ben figurare su un palcoscenico molto competitivo come quello internazionale, Eurolega compresa.

Davide Moretti, davanti ai 72.000 spettatori delle Final Four NCAA di Minneapolis, ha di recente stregato l’America e il Mondo con la sua leadership e la sua capacità di giocare a pallacanestro. È un italiano.

Per noi della GIBA, italiano deve essere sempre di più sinonimo di sacrificio, voglia di crescere, intelligenza nella comprensione del gioco, tecnica applicata all’agonismo e coraggio. Sono applicazione, allenamento e fame a fare la differenza e tanti italiani ancora hanno voglia di lavorarci su e poter sfondare ad un livello più alto di quello nazionale.

L’Associazione Giocatori è certa: non è la nazionalità a fare la differenza sul parquet, ma i valori e l’impegno. E un giocatore italiano non è inferiore a un giocatore di altra nazionalità.

Il campo dice che quando i giocatori italiani hanno una possibilità la sfruttano, dando tutto quello che hanno e quasi sempre risultando punti di riferimento di un progetto.

Crediamoci tutti insieme, allora, dando loro opportunità invece di dimenticarli per il loro passaporto.

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