Finisce 75-71 per il Bignami, e nell'affollato elastico della classifica, che a volte ti porta su e altre volte giu', forse e' un passo in avanti decisivo per evitare il "giu'". Finisce +4, e dopo il primo quarto sontuoso del Progresso solo forse i riminesi non credevano piu' alla rimonta: chi segue da tanto il Castelmaggiore, invece, sa benissimo che questa squadra puo' essere sopra o sotto di qualsiasi punteggio, ma alla fine ci saranno sofferenze, punto a punto, brividi e cuori sospesi. Poi a volte ti va male, altre volte bene. Oggi bene.

In un Palazzo dello sport di Rimini da poco inaugurato, e dove evidentemente la parola "riscaldamento" e' stata saltata nei vari ordini del giorno, Ticchi si prende una soddisfazione colossale battendo la sua ex squadra in un giorno in cui buona parte dei suoi sono entrati in campo caldi, ma non per motivi agonistici: termometri in funzione continua durante la settimana, e soprattutto il trio Abram-Pilutti-Faggiano a patirne le conseguenze. L'inizio non e' positivo: disastro nei primi quattro possessi, i primi punti arrivano da Faggiano che ribadisce a canestro uno 0/2 ai liberi di Williams. Sul 2-6 riminese, il Vajont si scatena sulla squadra allenata dal coach a cui Rossana Casale, 20 anni fa, dedico' una famosa canzone. Tripla di Pilutti, schiaccione di Rush, e la sensazione che la difesa riminese sia virtuale. Nessun uomo tiene una penetrazione, il Progresso ringrazia e con un giro di palla perfetto trova sempre il giocatore giusto al posto giusto. Levin spaniera da 3, e quando questo non capita si riesce comunque a fare canestro facilmente da sotto. Didin cambia anche 3 uomini in un colpo solo, ma per lui e' uno strazio. Se oltretutto i suoi presunti frombolieri offensivi non la mettono mai, e' un mistero doloroso. Levin in doppia cifra in un amen, e 30-10 Castelmaggiore a fine quarto. Con statistiche da chiedere l'intervento di Amnesty International: 33% a 72%, 2 rimbalzi a 14, e una valutazione che dice Rimini 3, Castelmaggiore 42.

Secondo quarto dove Abram sfagiola subito il +22, con parziale complessivo di 30 a 4. Non puo' piovere per sempre, avranno pensato a Rimini, e i punti che non arrivano dall'arco vengono finalmente trovati sotto canestro. Miralles vince la sfida con l'altro virgulto di casa Virtus Barlera, e la difesa comincia a commettere qualche fallo. E, la lunetta, non e' mai stata amica di Ticchi: svariati 1/2, e leggero avvicinamento romagnolo. Una bomba di Masieri regala il 45-26, ma e' chiaro che non e' piu' la cavalcata delle Valchirie dei primi minuti. Mentre i tifosi di casa girano gli striscioni in segno di sdegno, la sirena di fine tempo suona sul 47-32.

Il Bignami non e' squadra capace di gestire le partite, e la semplicita' di manovra dei primi quarti forse illude qualcuno, come era successo anche in casa contro Imola. La palla non gira piu' allo stesso modo, si guarda prima il canestro e poi la disposizione dei compagni: Rimini non aspetta altro, e rosicchia altri punti pur sbagliando svariate occasioni. Marcelinho sigla il -10 con la prima tripla della Vip dopo una dozzina di errori, mentre il Progresso si affida solo a Donzell Rush. Williams continua a forzare, e va ancora peggio quando Abram commette fallo su tiro da 3 di Marcelinho allo scadere. 61-53, paura.

Nell'ultimo quarto il pubblico si infiamma vedendo il Bignami incartarsi e affogare nelle palle perse, ma le percentuali dei padroni di casa non sono gran che. Giovannoni sbaglia il meno 3, e ancora Rush deve togliere le castagne dal fuoco: 70-62. Ma attorno c'e' poco: Williams prima perde palla poi commette fallo in attacco, dall'altra parte Marcelinho da 3 e Miralles per il 72-69. Ancora Miralles svetta a rimbalzo contro un Williams assente. 72-71. Per fortuna Damon mette poi 2 liberi. L'ultimo attacco riminese e' di 3 ferri: Matthews prima, Marcelinho e Giovannoni poi per il pareggio che non arriva. Libero di Pilutti, festa.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI