Sebastiani Rieti - Flats Service Fortitudo Bologna, il doposerie
Ah, il dolce risveglio dopo una partita vinta con un filo di gas e dando un'altra prova di onnipotenza difensiva come, da queste parti, se ne vedevano poche. La Fortitudo dei playoff ne becca 59,8 a gara, e va bene che il clima è diverso, le gare più brutte sporche e cattive, e di riflesso anche l'attacco un po' ne risente (erano 77 prima, sono diventati 71,7 ora, però chissenefrega). Ma il modo in cui la squadra è riuscita in queste sei uscite a girare il tutto mettendo l'antifurto, soprattutto agli esterni avversari, è da favola. Il ricordo va alla Fortitudo del 2015, che in quei playoff vincenti ne prendeva solo 58, ma era serie B e ci sta che il ricordo - benchè esaltante - sia stato un po' mitigato dallo scorrere del tempo. Per archiviare gara 3, e quindi la semifinale tutta, si dica solo che Freeman ultimamente è inarrestabile (ok, con Hogue forse sarebbe stato diverso, ma chissenefrega pure qua) e che pur con qualche calo rispetto ad altre partite - Aradori pochi, ma buoni. O i famosi panchinari, ieri così cosà - la squadra oggi sembra granitica. E Rieti, anche quando era in vantaggio, lo ha sempre fatto con un'aurea addosso di ineluttabile incapacità di credere davvero alla vittoria. Basta così.
E allora finale. Come capitò nel 2016, quando la cosa fu perfino più clamorosa (si trattava di una neopromossa dalla B2, che in campionato galleggiò a lungo perfino sotto la soglia playoff) e segata dall'infortunio di Flowers. E, come capitò nel 2016, con lotta intestina a casa Alibegovic: all'epoca Mirza, oggi Amar, sperando magari che finisca in un altro modo. Affrontando Trapani, e questo porterà tutta la pressione altrove dato che, da quelle parti, scherzando - ma forse nemmeno tanto - stanno già pensando all'Eurolega. Ma, finchè non giocheranno con Teodosic, possono anche essere battibili, no? Ne riparleremo. Per ora, come si suol dire, nunc est bibendum. Tutto il resto è dopo.
Just like heaven - Bolpin è l'MVP della serie, a parer dello scrivente. Forse anche più di Freeman, perchè ha preso Johnson e lo ha zittito. D'altronde il jazz, da ‘ste parti, non fa impazzire. Poi, però, un plauso a tutta la Fortitudo. Dal presidente santo, apostolo, fino all’ultimo dei galoppini, al netto che ce ne sia uno. Pensare agli ultimi anni, alle retrocessioni, alle partite affrontate (non sempre involontariamente) con il piede sbagliato, alle polemiche, ai consulenti, allo scansarsi, alle intimidazioni grazie.
Disintegration - Ma cosa vogliamo disintegrare, oggi, che sono sembrati belli anche i falli di Morgillo o le pietre di Sergio?