Il coach Fortitudo Matteo Boniciolli ha parlato alla vigilia dell’esordio casalingo con Verona (domani ore 18, diretta TV sul canale 185 TRC sport e differita 22,45 su Trc. Diretta radio su Nettuno).

Gli infortunati? “Recuperati tutti e tre i lunghi, anche se Italiano è fermo da un mese e come lui Mancinelli e Gandini giocheranno pur con pochi allenamenti. Sono stato costretto a ridisegnare equilibri, ed è normale, specie Italiano, che ci sarà un down successivo al rientro. Ma i problemi vengono compensati dall’elettricità positiva rispetto al ricongiungerci con questo pubblico. Dobbiamo meritarcelo come l’anno scorso, ma 4800 abbonamenti sono come uno scudetto, abbiamo riavvicinato la gente alla società e alla squadra dopo anni difficili, e questo ci rende orgogliosi. Ma questa è una nuova stagione, e dobbiamo continuare a meritarci il regalo che ci è stato fatto”

Fino alla Supercoppa si parlava di una preparazione non ottimale, ora le cose sono migliorate. Cosa è cambiato? “Rispetto alla preparazione, per dire, anche dell’anno prossimo, noi lavoriamo su concetti sempre simili come quelli difensivi. Ma se nella prossima stagione dovessimo essere ancora qua i nuovi arriveranno prima, perché oltre al caldo folle il problema è stato ripetere, per alcuni, le stesse cose già assaggiate. Chiaro che l’agonismo iniziato con la Supercoppa ha risvegliato tutto, e la confidenza con il sistema è stato un vantaggio. E questo ha acceso una scintilla che prima non c’era: aggiunta alla continuità ha dato risultato. Queste partite hanno dato valori tecnici significativi, oltre a quello del cuore Fortitudo: tenere Chieti a 70, in casa, giocando in 7, è prova di gran lavoro fisico. Abbiamo preparatore di altissimo livello e sappiamo aggredire le partite, e speriamo che capiti ancora”

Vincere domani potrebbe dare ulteriori certezze. “Più banalmente, vincere serve per fare punti. Fino a qualche anno fa, i calendari permettevano alle meglio classificate della precedente stagione di iniziare le stagioni con partite morbide, ora le cose sono cambiate. Non è secondario pensare che, dovessimo vincere, dopo due giornate avremmo 4 punti di vantaggio rispetto a Verona e magari non solo. Sicurezze ce ne sono, perché vincerne tre di fila tirando male ma portando gli avversari a tante perse è buono, ora serve migliorare: si può perdere, c’è di peggio, ma intanto vincendo sarebbe un inizio diverso rispetto all’anno scorso. Verona è del nostro stesso livello, può usare un americano come sesto uomo, ha lunghi fortissimi, e Frates è uno dei migliori costruttori di squadre in Italia, forse perché ha fatto studi di architettura. Fa giocare le squadre con pulizia del gioco e qualità superiore rispetto alle mie. Battere ipoteticamente una squadra del nostro livello e mettere due vittorie di differenza non sarebbe male”

Roberts? “Spesso le grandi amicizie partono da grandi litigate, poi io non porto rancore. Lui stia progressivamente entrando in questa squadra ogni giorno meglio, sia come relazioni che come adattamento al lavoro. Lui ha passato parte dell’estate con Moore, che è appena morto, è stato a casa sua. L’altroieri l’ho visto piangere, e si è allenato due ore piangendo come una bestia: io volevo fermarlo, ma lui è andato avanti. Un altro al posto suo avrebbe fatto diversamente. Non ho mai avuto dubbi sulla persona, ma solo sul fatto che capisse quello che gli stavamo chiedendo. In questo mi hanno aiutato i suoi compagni: gli sforzi in allenamento di Mancinelli e Gandini, quelli di Ruzzier. Non nego che ci siamo chiesti se questa fosse la scelta tecnica giusta, glielo ho spiegato, ma lui è uno che palleggia, tira, sa fare tutto. E mi piacerebbe che a fine stagione mi salutasse dicendo che va al Panathinaikos: se uno così gioca ancora in A2 a cifre diciamo modeste ci saranno ragioni, e vorrei che le potenzialità venissero convertite. Mi è capitato con tanti altri, non solo americani, che dopo un anno con me sono saliti di livello. L’aderenza al sistema è risolto”

Lo aiuta partire con tanti minuti, come era abituato? “Questo sì, ora vediamo come andrà avanti, se saprà stare presente con la testa anche quando sarà in panchina per rifiatare e perché i compagni stanno facendo bene. Ora stiamo pensando di offrire un contratto a Marchetti, per tesserarlo a gennaio, stessa cosa che potremmo fare ipoteticamente con Delfino: arrivasse non andrebbe in campo subito, non vogliamo fare l’errore fatto l’anno scorso con Daniel. Cantù ha cambiato l’americano in 48 ore, in A1 ci sono 8 visti e possono fare 16-18 tesseramenti. Noi ne abbiamo solo due, e non capisco perché una società, con tanto di certificati medici, non possa cambiare un americano senza dover scomodare Pico della Mirandola o Einstein per capire. Poi capisco che qualcuno possa pensare che si va a chiedere aiuto a medici compiacenti e che c’è chi deve occuparsi di schemi e chi di regole, ma un po’ di dialogo servirebbe. Le regole nascono con obiettivi giusti, ma vanno interpretate: se vanno bene per la A2 allora usatele anche in A1. Capisco che questa regola serva per creare gruppi, ma la differenza è anche tra chi è serio e chi cialtrone, perché uno può anche andare a sbattere in macchina e non lo si può cambiare. Ora si è fatto male Ruzzier, ma non possiamo inserire Marchetti perché se poi il giorno dopo Roberts scivola in bagno siamo fottuti. Vero che ci sono presidenti pazzoidi che cambiano un giocatore al giorno, ma ci sono anche persone serie: se a Flowers si stacca il tendine del piede, noi restiamo mesi senza americano.”

Marchetti, in caso futuro, cosa potrebbe fare? “Come detto a lui, garanzia di minuti zero, terzo play della rotazione, che entra solo con problemi di falli e infortuni. In cambio ha stipendio certo, società seria e città seria, allenandosi bene. Potrebbe giocare 10-15 minuti in A1 senza vergognarsi, ma non vorrei trovarmi nei playoff con Ruzzier rotto e Candi che scappa con una ballerina cubana. Ieri un maestro come Repesa ha detto che per fare bene in Eurolega devono prendere ancora un lungo, ma sono già in sedici… Però io devo imparare dai grandi”

Ecco il video integrale della conferenza, realizzato da Laura Tommasini di Sportpress

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