L'ex patron della Virtus Alfredo Cazzola è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Ecco un estratto delle sue parole.

Impressioni sulla Virtus? Mi sembra che la squadra abbia un quintetto competitivo, ma ho invece qualche perplessità sulla tenuta qualitativa quando cominciano le rotazioni, in particolar modo sotto canestro. Avremmo forse bisogno, senza stimolare le casse più di tanto, di un paio di rinforzi al livello dei giocatori da quintetto. La mia teoria è sempre stata che servono 7-8 uomini qualitativamente dello stesso livello, cinque non bastano.
La miglior qualità di questa squadra? Individualmente c'è buona tecnica, adeguata alle ambizioni da primi sei posti. Non mi convincono però questi sbalzi troppo netti, anche all'interno della stessa partita, cali di concentrazione ai quali mi aspetto che l'allenatore ponga rimedio, il basket è un gioco di testa e di mano, bisogna sapere prendersi la palla che conta o controllare l'azione che conta. La concentrazione deve essere massima.

La Virtus è tornata in coppa. Tornare a far girare il nome della Virtus è fondamentale, noi siamo parte della storia del basket europeo di alto livello. Un buon risultato all'inizio di questo percorso sarebbe di grandissimo aiuto, dal punto di vista dell'immagine anche meglio di un piazzamento in alto in campionato. Quest'anno baratterei un posto al vertice in Italia, tranne uno ovviamente (lo scudetto, ndr), con una finale in coppa. Ma solo per quest'anno.

Cosa manca alla Virtus per diventare la prima antagonista di Milano? La cosa bella è che nel basket servono io giocatori, 12 al massimo. Non è una squadra di calcio da 25. Anche se al vertice c'è una squadra con un imprenditore che spende tanto, al massimo può mettere insieme 10-12 giocatori e per gli altri c'è spazio di crescita. Oggi Armani è inarrivabile sul piano del budget, ma per arrivare secondi non è necessario spendere i suoi stessi soldi. Con un po' di abilità e competenza si può provare a essere competitivi come hanno dimostrato negli ultimi anni Venezia e Trento, ad esempio. I vertici della società si stanno muovendo con un programma di crescita ben delineato. Nel giro di una-due stagioni saremo a un livello da sfida scudetto.

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