Seguendo il più classico dei mors tua vita mea, il popolo Fortitudo in settimana si è divertito altrove, guardando le problematiche di casa Virtus senza più entrare nel merito del poco spettacolo biancoblu con Forlì. Peraltro, seguendo una frase di Baraldi ("Non è che sponsorizziamo la Virtus per aumentare le vendite di caffè: a Bologna chi tifa Fortitudo non ci compra più", o giù di lì) sarebbe curioso sondaggiare sui gusti caffettari in campo Aquila: seguirà dibattito, ma anche no. Così come sulla settimana della presentazione del libro di Matteo Boniciolli, visto come interessante da parte di molti, ed ennesima dimostrazione di egolatria  del coach nell'idea dei detrattori. In teoria, in una visione di par condicio, mettere sotto l'albero di Natale degli appassionati sia il suo libro che quello di Klaudio Ndoja male non sarebbe. Anche se, dicono conoscenti di Boniciolli suoi conterranei, il libro non avrebbe dovuto scriverlo lui ma la consorte, che ne avrebbe da raccontare eccome. Bene: se la Signora volesse, sa come trovarci.

Poi, la squadra. Che siano problemi strutturali o solo figli della situazione, non serve essere dei Porcellini Rosa per notare qualcosa che non va benissimo. Citofonare reparto esterno, con McCamey che per ora sembra non capire bene da che parte sbattere la testa: buon assaltatore, meno quando c'è da dettare ritmi o mettere altri, in ritmo. Tradotto: se c'è da fare per sè va bene, se c'è da gestire è rivedibile. Chiaro, per il mantenimento ci dovrebbe essere Fultz, ma qualcosa in più (anche dietro: gli ultimi due registi affrontati dalla Effe hanno fatto doppia cifra di assist) è normale chiederlo. O Legion, che sembra faticare nella traduzione da prima punta a una delle prime punte a una delle punte, sottigliezze didascaliche ma nemmeno tanto. Il giocatore non cerca di uscire dalle righe, difficile trovargli un tiro forzato, ma anche qua l'equilibrio deve essere trovato. Vedremo, come si dice sempre.

Montegranaro, quindi. Non è la Sutor, per intenderci, dato che quell’altra Montegranaro, quella vista spesso e volentieri anche in serie A, ora viaggia nelle minors marchigiane. E’ la Poderosa, neopromossa in serie A2 dopo anni nelle minors, e che per adesso sta facendo molto più di quanto non ci si aspettasse, almeno da prospettive estive. 8-3 il record, figlio di 7 vittorie consecutive anche se rallentato di recente (ko interno con Mantova e domenica scorsa a Ravenna, inframezzato da gol casalingo con Orzi). Tante le facce conosciute, partendo da Valerio Amoroso che avrà duecento anni ma ancora si fa ben volere (14+7), e arrivando a quel Luca Campogrande il cui divorzio dalla Effe non è stato dei migliori: per il ’96 finora si viaggia a 8 di media e il 40% al tiro. O quell’Ousmane Gueye che fu parte di un caso tanti anni fa, all’esordio della F finellica in B1: arrivò multa per cori razzisti al pubblico bolognese, con il giocatore stesso (che aveva peraltro messo tipo 12 triple di fila) a dire ma quando mai?. Il play è Eugenio Rivali, dimostrazione vivente di come i vaticini dello scrivente siano carta straccia: visto nel 2004 alle finali giovanili di Salsomaggiore venne pronosticato un futuro in Eurolega, ma il Nostro oltre la A2 non è mai andato. Punti arrivano dagli americani Corbett e Powell, che tra una cosa e l’altra fatturano 36+12 a sera di collettivo. Allena l’esordiente Ceccarelli, è c’è tanto entusiasmo.

PS – Altri battezzati da giudizi in stile Quaglia potrebbe andare all’Olympiacos (cit.) sono stati Lorenzo Benvenuti e Marco Ammannato. Il primo a 22 anni ora è a Reggio Calabria a fare 5 punti di media. Il secondo di Eurolega ne avrà vista tanta, forse, in televisione. Quaglia, dal canto suo, trascende ogni giudizio.

IL 3 GENNAIO TRIANGOLARE DI BENEFICENZA CON VIRTUS IMOLA, ANDREA COSTA E RAGGISOLARIS
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91