CARRARETTO, "É UN TRENO DA PRENDERE"

Il capitano Fortitudo Marco Carraretto é stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio

Brescia conduce la serie 2-0. Avversari troppo forti per questa Fortitudo?
Il risultato del campo dice che, in queste prime due gare, Brescia è stata più brava di noi. E che, come sempre, ha fatto rispettare il fattore campo. Noi abbiamo lottato molto bene in gara 1, restando aggrappati al match fino alla fine, pagando qualche ingenuità e qualche scelta sbagliata. Mentre in gara 2, dopo il loro break importante nel terzo quarto, non siamo più riusciti a rientrare in partita. Ma Brescia non è imbattibile: in campionato l'abbiamo già superata. Dovremo cercare di far meglio di quanto fatto nelle prime due partite

Ora l'obiettivo è ribaltare la serie. Come si confeziona un'impresa del genere?
E' una finale, per cui nessuno vuole arrendersi e lasciare qualcosa di intento. Come dice Boniciolli, questo è un treno importante, che dobbiamo cercare di prendere.
A Siena, nel mio ultimo anno, non eravamo lo squadrone della stagione precedente e nei play off iniziammo le serie in modo sfavorevole: andavamo sotto 0-2, vincevamo in casa e poi riuscivamo a ribaltare il risultato in trasferta. Non dobbiamo migliorare cose particolari: dobbiamo crederci fino in fondo. Finchè Brescia non vince la terza partita, non è in Serie A. Faremo di tutto perchè a noi accada quello che Brescia ha vissuto in semifinale con Scafati

In gara 2 la Fortitudo ha pagato anche le scarse percentuali al tiro. Come le spiega?
Un po' con la stanchezza di questo periodo della stagione. Brescia ha giocatori più grossi, più alti e più fisici dei nostri. Contro di loro anche i tiri apparentemente da liberi sono sempre ostacolati. E contro una difesa che cerca di contenere molto gli uno contro uno è difficile trovare scarichi e tiri aperti per gli altri. Dovremo migliorare l'esecuzione dei giochi e trovare vantaggi piuttosto da un blocco o da un pick and roll

A Montichiari la squadra ha accusato molto l'assenza dei suoi tifosi?
E' un peccato che in una finale del secondo campionato italiano non ci sia per i tifosi la possibilità di sostenere la propria squadra. Non è che il pubblico possa scendere in campo e farci giocare meglio, ma in un palazzetto grande come quello di Montichiari o come il nostro avere tutta la tifoseria per una squadra è sicuramente un vantaggio in termini di spinta. Poi non vedo una connessione tra le sconfitte in gara 1 e in gara 2 contro Brescia, e in gara 2 a Treviso, e l'assenza dei nostri tifosi. Speriamo di far valere il fattore campo al PalaDozza, come è accaduto in campionato e nei play off, per poi giocarci gara 5 in trasferta

La prestazione di Campogrande in gara 2 con Brescia ha stupito.
Sono contento per Luca. Ha lavorato tanto quest'anno, migliorando moltissimo. Ha sempre avuto grande considerazione dal coach, pur non avendo avuto tanto spazio. Mi aspettavo facesse bene. In gara 2 ha fatto benissimo, è stato il migliore. Spero possa ripetersi. Adesso c'è bisogno di tutti. Dovrà essere bravo a farsi trovare pronto anche nelle prossime partite, quando gli avversari saranno più duri su di lui

Con Flowers il risultato di queste due gare sarebbe potuto essere diverso?
Forse anche la serie precedente con Treviso. Jonte è uno dei migliori realizzatori della squadra. Stava molto in campo, aumentava le rotazioni e con il suo atletismo poteva competere contro ogni avversario. Ma non ne parliamo più, non dobbiamo piangerci addosso

Le tante difficoltà che avete affrontato e che state attraversando sono una spinta in più per il proseguimento della serie?
Vincere contro tutte le avversità ti rende ancora più orgoglioso. Tutta la sfortuna che abbiamo dovuto affrontare ci ha dato grande carica. Mi auguro che possa essere una spinta ulteriore per gara 3. La strada per arrivare in Serie A è sicuramente in salita. Ci sarà da lottare, sportivamente parlando. Tutti insieme, noi e i tifosi, dovremo far rispettare la legge del PalaDozza per arrivare a gara 5. Pensiamo a una partita alla volta. E speriamo che questo cammino sia lungo ancora tre passi