VIRTUS, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE A FINE PRECAMPIONATO
Sette vittorie (Cento, Verona, Tortona, Agropoli, Scafati, Trapani e Imola) e due sole sconfitte (Verona e Pistoia): è questo il bilancio finale del precampionato della Virtus, che ora avrà un'ultima settimana di lavoro per presentarsi al meglio all'esordio casalingo in campionato, domenica alle 18 contro l'Assigeco Piacenza.
La squadra di coach Alessandro Ramagli, partita a fari spenti, finora ha lavorato molto bene. In particolare da questo precampionato sembra che i giovani - in particolare Lollo Penna - possano tenere bene il campo e quindi rendere la squadra più profonda di quel che si poteva temere. Il gruppo di italiani è esperto e solido, e questo si sapeva, e gli americani finora hanno fatto bene a turno, mostrando una squadra che non dipende offensivamente da loro, ma che è in grado di trovare volta per volta protagonisti diversi. Infine, e questo gli spettatori del Memorial Porelli l'hanno notato, questa squadra sembra pronta a lottare su ogni pallone, e i giocatori non disdegnano di andare a muso duro con gli avversari, se serve. Una grinta che l'anno scorso non si è vista, e che è piaciuta molto al pubblico presente a Castel San Pietro.
Dove può arrivare questa squadra? E' ancora presto per dirlo, ma da quello visto finora tra il profilo basso della società (playoff piuttosto che salvezza) e la carica di Umeh che ha parlato esplicitamente di provare a tornare in serie A, probabilmente la verità sta nel mezzo. La Virtus è sicuramente una buona squadra, tra le migliori del girone Est. Ma con una sola promozione, come ha giustamente fatto notare Gabriele Spizzichini parlare di serie A semplicemente non si può. Inoltre ci sono squadre che sembrano più attrezzate dei bianconeri, tra cui di sicuro la Fortitudo fresca vincitrice della SuperCoppa e favorita numero uno per la promozione.
Di certo i bianconeri - in un campionato lunghissimo e massacrante - potranno cercare di essere tra i top team del girone e di qualificarsi ai playoff nella posizione migliore possibile, per poi provare a dire la loro in una post-season eterna, di oltre un mese. Inoltre questi primi mesi di campionato faranno capire se la rotazione sarà adeguata e se i giovani confermeranno di essere "da corsa". Se così non dovesse essere, a gennaio il mercato riaprirà, e questo potrà fare la differenza. Non a caso l'anno scorso le due finaliste - Brescia e Fortitudo - hanno fatto innesti importanti in corsa (David Moss e Valerio Amoroso) che si sono rivelati decisivi nei playoff.
Dal punto di vista societario - invece - nulla è cambiato, se non il passo avanti di Segafredo Zanetti con la sponsorizzazione. Il campo da gioco è sempre la Unipol Arena (con capienza ridotta), e gli abbonati - secondo l'ultima stima dell'AD Loredano Vecchi - hanno da poco superato quota 1000, ovvero una cifra da record negativo; se anche si riuscisse ad arrivare alle 2000 tessere auspicate dalla società il numero sarebbe inferiore a quello dello scorso anno (2280). Ma d'altronde non si può dimenticare che la Virtus viene dalla prima retrocessione sul campo della sua storia e l'entusiasmo è ai minimi storici.
Ecco, la squadra di coach Ramagli ha il compito di ricrearlo, questo entusiasmo, e di riportare i tifosi a palazzo. Non sarà facile, ma il precampionato ha dato buone indicazioni in tal senso. Se anche in campionato la squadra si dimostrerà competitiva e combattiva, e i risultati saranno buoni, la speranza è che piano piano la gente torni, anche perchè in città la voglia di Virtus c'è sempre stata, e sempre ci sarà.