L’ex Cavaliero è stato sentito da Damiano Montanari di Stadio. Un estratto dell’intervista.

“Stiamo facendo così schifo che in questo momento parlare di tecnica o di tattica lascia il tempo che trova. Ora dobbiamo dare un segnale ai nostri tifosi, alla nostra società e alla nostra città, mettendoci la faccia, il corpo, il cuore e tutto quello che abbiamo. Lo dobbiamo fare come uomini, prima che come giocatori.
La Fortitudo? Purtroppo ho fatto parte di due squadre che non verranno ricordate come le più vincenti della storia della Fortitudo. Però ancora oggi mi porto dentro il ricordo del primo giorno di allenamento, quando entrò al PalaDozza un mare di tifosi solo per far capire ai nuovi giocatori cosa significasse indossare la maglia della Effe. Avevo 22 anni e rimasi senza parole. Poi in carriera ho riaffrontato l’Aquila da avversario e mi sono state rivolte altre parole, però in fondo è giusto così: un tifoso fa di tutto per aiutare la propria squadra.
Come la affronteremo? Senza nasconderci o prenderci in giro, la situazione è estremamente complicata. Abbiamo perso tante, troppe partite e purtroppo spesso lo abbiamo fatto senza neanche lottare come viene chiesto a qualsiasi squadra. Oggi meritiamo questo dannato, penultimo posto. Spero che con la Pompea metteremo in campo tantissima rabbia e voglia di rivalsa dopo una trasferta veramente pessima come quella a Trento. Dobbiamo farci tutti un esame di coscienza. Quello che ci viene richiesto non è sempre vincere, ma entrare in campo e dare tutto quello che abbiamo. Il nostro pubblico ci ha sempre sostenuto. Ora giustamente è un po' stufo.
Come si supera il derby? Sono partite veramente speciali, soprattutto se vissute da fortitudino. Il modo migliore per riprendersi è giocare la gara successiva con una lucida rabbia. E esattamente quello che dovremo cercare di fare anche noi”

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CLIMAMIO - ARMANI MILANO, GARA 1, 77-70