GAETANO CURRERI: "VIRTUS RETROCESSA, SANREMO E ORA SPERIAMO NELLA FORTITUDO"
Il leader degli Stadio Gaetano Curreri, tifoso Fortitudo, è stato intervistato oggi dal Carlino.
“Ho vinto il festival di Sanremo, la Virtus è retrocessa per la prima volta nella sua storia e noi potremmo essere promosso. Mi rendo conto che godere delle altrui sfortune è da tifosi ignoranti, ma noi siamo anche questo”
Nuovo inno in caso di promozione? “Il brano che scrissi portò molto bene perché ci accompagnò per tutta la stagione del primo scudetto. Sto pensando piuttosto a comporre una canzone su questa annata. Ci sono almeno due temi che mi emozionano molto e mi piacerebbe mettere in mostra i miei sentimenti. Intanto la scelta di Lamma di tornare a giocare dopo aver deciso di appendere le scarpe al chiodo: un uomo che a 40 anni si sacrifica per andare incontro alle esigenze della Fortitudo e si toglie la giacca da dirigente, ruolo svolto in modo ottimo, rende l’idea di quale sia il suo spessore e di quanto gli sia costato smettere, a giudicare da come sta giocando. Poi, la squadra che ci riempie di orgoglio per quello che fa e per come lo fa: ha ragione Lamma, quando dice che la Fortitudo è una comunità dove ognuno ha il suo compito. Domenica inizia la serie, e che si vinca o che si perda noi siamo orgogliosi di esserci arrivati da fortitudini, senza un americano e con tanti giocatori cresciuti con noi”
Il ruolo di Boniciolli? “E’ un capobranco. Ci lega una amicizia molto forte, quando nel 2002 fu esonerato venne a casa mia e io pensavo volesse essere consolato, invece voleva ascoltare in anteprima le mie nuove canzoni. E’ una persona onesta, capace di trasmettere agli altri il suo entusiasmo. E’ un ottimo motivatore e lo si vede dall’atteggiamento con cui i giocatori scendono in campo”
Prendendo spunto dalla canzone che ha vinto Sanremo, cosa racconterebbe della F? “Che è la cosa che più mi ha fatto godere nella vita. Lunedì a gara finita mi sono messo a piangere e avevo le mani nei capelli, proprio come quando mi dissero che avevo vinto il Festival”
Seguirà la finale? “Certo, sia Scafati che Brescia mi organizzerò per esserci. So già che rischio di prendere una valanga di insulti, come un anno mi capitò a Treviso, quando io e Antonio Albanese uscimmo scortati dai carabinieri”
Ha fatto un voto per la promozione? “Non lo avevo fatto, poi dopo la prima gara di Agropoli Lamma mi mandò un messaggio dicendomi alcune cose. Gli ho risposto: per il momento non parlo del contenuto, ma diciamo che andare a San Luca a piedi sarà una bazzecola rispetto all’impegno che mi sono preso e che spero di dover mantenere”
Lei pensava che la squadra sarebbe arrivata fin qui? “Noi fortitudini abbiamo un’aquila invisibile tatuata nel petto che solo noi riusciamo a vedere negli altri. Quando capisci che tutti i giocatori hanno impresso quel disegno lì in alto a sinistra e davanti al cuore, allora sai che quel gruppo può darti grandi soddisfazioni. La presenza di Boniciolli è una ulteriore garanzia, ha fatto un gran lavoro con i giovani e con chi non lo è più come Carraretto. Io credo che Montano possa diventare un grande giocatore: lo paragono sempre ai Negramaro, che quando li sentii per la prima volta dissi subito che avrebbero fatto della strada. Penso di capirne sia di musica che di pallacanestro”