Alla fine, ad oggi il record sul campo di questa Fortitudo è di 13-17, ovvero solo una vittoria in più rispetto a quelle antiche squadre dei primi anni 90 che dovevano far saltare Cremona o Reggio per evitare la retrocessione, e il barometro che sta virando sempre di più verso la tempesta. Gente esausta, screzi con i tifosi, e gruppo che proprio non vuole saperne di essere tale, visto come ieri, al momento dello screzio tra Cucci e la curva ("vergognatevi di criticare chi si sta facendo un mazzo così", più o meno il pensiero del giocatore), alcuni compagni siano andati a sedare gli animi e altri se ne siano bellamente disinteressati. E ormai è chiaro che ci saranno anche tanti alibi: i tre assenti, assetti che ieri ad un certo punto hanno costretto ad un quintetto dove Italiano quasi era la guardia accanto al regista e, per forza di cose, davanti al pressing di Piacenza nessuno fosse capace di dare una mano a palleggiare e portare la palla dall'altra parte della metà campo.

Ma è anche vero che se fosse (solo) un problema di stanchezza, dopo il +15 dell'intervallo, ci sarebbe stato un progressivo lento erodersi del vantaggio fino all'esito finale. Qui invece si è preso un 18-0 in tre minuti, a giocatori freschi di pausa, a prova che il problema è (anche), soprattutto, mentale: quando il vento cambia si preferisce perdere la testa, collettivamente, che non cercare immediate risoluzioni. E allora ecco l'infinito elenco di recenti sconfitte, la fase dell'orologio che finora è utile solo per dimostrare come la piazza non ne vuole più sapere, i giocatori forse anche, e che i playoff dovrebbero portare a rimonte clamorose, per poter chiudere la stagione con un buon ricordo. E, record per record, se ancora oggi ricordiamo i Dallamora eccetera dell'epoca, difficilmente ci ricorderemo dei Panni e Barbante di oggi: si tornerà sul mercato - vedi articolo sull'argomento - ma se si chiedesse oggi al pubblico se procedere con l'agonia, magari allungando di una o due partite la stagione cercando un rattoppo, o rimandare tutto all'estate, forse la risposta potrebbe sorprendere.

Ed ero contentissimo - Niang funziona. Non ha paura, prende rimbalzi (e quanto sarebbe servito in altre partite un esterno dinamico) e regge dietro. Ma non gli si può chiedere di fare anche il supporto accanto al portatore di palla. E Candussi, a parte due mattoni dall'arco, è giocatore che a dargli palla qualcosa di buono capita sempre.

Non me lo so spiegare - Alla fine si è risolta la questione: non è vero che questa squadra vinca di più quando manca Aradori. Questa squadra perde sia che il 4 sia in campo che no. Specie se l'unico straniero rimasto è un esterno che non sa portare palla. Poi la questione Cucci: va bene essere sanguigni e diretti, però di solito sono gli spettatori a lanciare pomodori contro gli attori che stonano, non il contrario.

 

(Foto Mauro Donati)

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