Renato Villalta è stato sentito da Alessandro Mossini per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Sul campo gli spagnoli a parte l’avvio di gara si sono dimostrati più forti, c’è poco da dire. Peccato, perché la Virtus credo avesse tutte le caratteristiche per portare a casa la Coppa Intercontinentale, ma queste partite secche sono sempre così: i valori si appiattiscono e può succedere di tutto. Inoltre l’Iberostar era in casa, sorretta dal proprio pubblico e ha fatto la partita della vita, o quantomeno una grande partita.
Obiettivo meno sentito della stagione? Forse, ma quando si partecipa è sempre bello vincere. Anche le coppe meno considerate, magari vengono bollate come “coppe del nonno” ma se si può vanno portate a casa.
Si deve reagire? Senza dubbio: in un anno non si vincono mai tutte le partite. Di certo ora gli impegni sono pressanti ed è un momento tosto della stagione: di fatto in una settimana la Segafredo ha giocato quattro partite, è un tour de force che dal punto di vista mentale e fisico non tutti sono preparati a fare. Nel roster bianconero forse questo tipo di mentalità ce l’hanno solo Teodosic e Markovic, per la loro militanza in Eurolega: gli altri si devono abituare, ma Djordjevic è un allenatore bravo che saprà resettare il cervello di molti in vista dei prossimi impegni"

Ora la Coppa Italia. Un impegno importantissimo che comincia contro Venezia: una squadra ostica, rognosa, che viene da una vittoria importante nel derby contro Treviso. La Virtus si è meritata il primo posto solitario, trovare Venezia da ottava non è un accoppiamento felice: l’avversaria è da prendere con le molle, ma chi partecipa alla Final Eight sa che tutte le partite vanno giocate fino in fondo. Ora l’importante è rientrare, riposare e resettare, perché la stagione entra nel vivo "

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