Un cinque su cinque che a settembre non era prevedibile visto il calendario (al netto del fatto che tra i ranking estivi e quelli reali c'è sempre un certo spread). E una semplicità di risolvere le faccende per cui è anche difficile riuscire a capire dove e quando, in questi primi 200 minuti di campionato, la Fortitudo abbia realmente rischiato di perdere. E tutto questo senza nemmeno essere mai al completo, lasciando sul lettino dell'infermeria uno o due titolari a botta. Al punto che, oggi, l'unico fattore di rischio ipotizzabile è quello del ritrovare l'equilibrio al momento del reintegro di Mancinelli. Che dovrebbe far tornare nei ranghi Pini e Benevelli, ottimi a staffettarsi nel ruolo di protagonisti imprevisti. Però, quello che tutti hanno evidenziato finora, è una serenità collettiva nel bilanciare minuti, tiri e responsabilità, tutta roba che rende difficile il pensare che un passaggio da 25 minuti e 10 tiri a 15 e 4 possa far saltare in aria tutto l'ambiente. Vero, verissimo. Ma è anche vero che le vittorie rendono tutto più digeribile, e che servirebbe (se si può dire così) una sconfitta per capire quali siano le difese immunitarie della truppa.

Quindi, entrando nell'ambito del paradosso, il vero problema della Fortitudo odierna è quello di non aver avuto veri e propri problemi, di aver reso facile tutto il percorso corso fino ad oggi, e non sembra una colpa. E che l'impressione di base sia quello di un team tarato per lo sprint alla trentesima giornata, un po' per caratteristiche, un po' per aspettative, un po' per anagrafe. Però, dopo aver già distaccato alcune delle presunte concorrenti, e con una classifica che oggi vede come squadre limitrofe realtà non costruite con l'idea della promozione, sognare non è del tutto illecito, anzi. Al campo l'ardua sentenza.

Mantova, quindi. Realtà apparentemente un po’ meno brillante di due anni fa, e che ogni estate pare avere come principale obiettivo prima di tutto il trovare modo e maniera di restare a galla, comunque riuscendoci. Quest’anno gli Stings – allenati da Alberto Seravalli che prese il posto di Davide Lamma nella scorsa stagione – cercano una salvezza senza patemi, in attesa di vedere se la classifica potrà offrire qualcosa di più. Per ora 2 vinte e 3 perse, con Imola nell’ultima giornata a far saltare il fattore campo e, per la prima volta, far uscire il 2 in schedina in una gara mantovana. Molto si spera nel lungo Morse, 16+8 e il 74% al tiro, e nell’altro americano Warren, esterno da 12 di media: entrambi sono esordienti in Italia e provenienti dal campionato germanico. C’è tanta gioventù, con i soli Raspino e Ghersetti a nascere prima del 1990, e con la guardia Visconti (classe 1998) a fare da bella sorpresa di queste prime gare. L’impressione è quella di un gruppo con potenzialità ancora tutte da scoprire, come si suol dire.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
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