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Christian Pavani è stato ospite di Sport Club a E-Tv.

Sei stato presidente ai tempi del lockdown. “Ci sono mancati tanti soldi. Già perdemmo dei soldi vincendo il campionato nel 2019 senza fare i playoff, quindi mancarono degli incassi. Aver avuto la certezza di arrivare in finale e vincerla sarebbe stato meglio… Poi al primo anno di serie A arrivammo in finale di Coppa Italia (semifinale, ndr) e poi ci fu il lockdown. Qualche cazzata l'abbiamo fatta, ma chi non la fa? Pensiamo alla Juventus, al Milan: loro non hanno un Pavani ma un Giuntoli e un Ibrahimovic, e scegliere giocatori è sempre difficile”

Che errori hai fatto? “Sono stato troppo istintivo, avrei dovuto riflettere di più”

Il filotto di eventi quale è stato? “La pandemia, intanto. Gli imprenditori lo stanno ancora pagando. Dopo il lockdown si era parlato di riaprire al 50%, noi decidemmo di andare alla Unipol Arena dove speravamo di poter far entrare 4-5000 persone, ma al pronti e via si andò di porte chiuse. Senza pubblico spariscono gli sponsor, poche aziende lavoravano e potevano mantenere gli stessi contratti. E anche l'anno successivo partimmo al 30% arrivando al massimo al 60%, pensiamo ai pochi incassi avuti nei derby, per esempio. Poi possiamo dire tutto, che io sia uno stronzo, ma non dimentichiamo che quando sono arrivato, nel 2013, la Fortitudo nemmeno c'era. La retrocessione è stata una sconfitta, ma la Fortitudo non è sparita, e abbiamo tenuto in vita un settore giovanile che continua a dare profitti. Qualcosa lo abbiamo dato”

La tua fortuna è stata di avere vicino Muratori. “Dopo la pandemia siamo andati vicino al fallimento, e Gianluca assieme al Consorzio sono riusciti a ripagare tutti i debiti. Parlerò solo bene di loro, così come della famiglia Tedeschi e di Andrea che ha lavorato con me per anni, e di Innova che ci sta ancora mettendo un sacco di soldi”

Forse tu, come Sabatini, non avete avuto il timing giusto come magari Cazzola. “Non abbiamo avuto culo. Ma prima del Covid stavamo andando bene; nello sport hai sempre voglia di andare avanti, di migliorare, e questo non è un difetto. Tutti pensano che lo sport sia una azienda, ma non lo è: ti fai prendere dall'entusiasmo, sei a rischio infortuni”

Hai magari fatto scelte sbagliate tra allenatori o altro? “Io non mi occupavo della scelta della squadra, il mio mondo era il marketing. Magari evitare qualche operazione nostalgia, come il riportare Repesa che chissà cosa si aspettava: è stato un errore”

Ha millantato una malattia che non aveva. “Non stava bene mentalmente, perchè non eravamo pronti noi ad averlo con noi. Guardiamolo adesso a Trapani, dove ha tutto per essere tranquillo”

La partita con Napoli, un film dell'orrore. “Eravamo entrambe squadre scariche”

Metano Nord? “Ingenuità, ci siamo fidati di una situazione, ma devo ringraziare Lavoropiù che dopo due ore mi chiamarono dicendo che loro erano presenti. E abbiamo vinto il campionato”

Ti eri dimesso. “Era giusto che pagassi io per una cazzata”

Ma cosa era, Metano Nord? “Una azienda importante, ma ci fu un qui pro quo con il mediatore. Colpa nostra che non ci informammo direttamente con l'azienda stessa"

Andresti al posto di Baraldi in Virtus? “No, ma per fortuna faccio altre cose"

Cosa rispondi a chi ti accusa di aver portato la Fortitudo in A2 e non ti vuole più vedere? “Vada pure al Palazzo, c'è gente che ha fatto peggio di me”

Il Covid non lo ha però avuto solo la Fortitudo di Pavani. “Infatti lo hanno avuto anche altri”

La famosa Casa Fortitudo a Torreverde? “Avevamo deciso di andare in Via Giacosa, ma il progetto morì perchè eravamo sotto come un treno”

Aradori fece un contratto fuori mercato. “Se è ancora il miglior giocatore della Fortitudo all'epoca fu un bel colpo. Prima del Covid i giocatori avevano stipendi importanti”

In Virtus prendeva 330mila, in Fortitudo? “La metà”

Quando ti seri reso conto che la situazione era fuori controllo? “Alla fine della stagione 2020-21, facendo una squadra importante senza pubblico e sponsor. Ma eravamo convinti, dopo il primo anno di serie A, che i soldi sarebbero stati recuperati”

Ti sei pentito di non essere andato al Palasport nelle ultime partite? “Sì, ma all'epoca vedevo la nave che stava crollando e ti viene il panico. Prima erano tutti pronti a saltare sul carro del vincitore, ho ancora tutti i messaggi salvati: per fortuna ho anche trovato degli amici veri, ma c'è anche gente che si è girata dall'altra parte”

Qualcuno che ti ha veramente deluso? “Non è corretto fare nomi, sono cose mie. Nella mia vita conta la famiglia, il resto è una ruota che gira. Non rinnego le mie scelte, quello che mi dispiace è, una volta sceso dal trono, come tanta gente a cui ho fatto del bene si sia girata dall'altra parte"

Ti sarebbe piaciuto avere Caja? “Sì. Lo consigliai a Muratori, mi piace molto. Bisogna starci dietro, è esigente, ma è l'allenatore adatto per una piazza del genere, è una panchina pesante”

A Firenze le cose non sono andate bene. “Lì c'è stata ingenuità. Non avevo nemmeno un ruolo, volevo capire come potevo essere coinvolto: ho partecipato a qualche riunione importante, poi qualcuno ha fatto un passo indietro. Mi è dispiaciuto, perchè nei mesi in cui sono stato giù ho trovato buone persone”

Si deve essere bravi ad andare via quando le cose vanno bene. “A commentare dopo sono buoni tutti”

Tante cose, a saperle 5 anni dopo… Trump farà una commissione sui vaccini. “C'è chi ci ha guadagnato. Ma togli il pubblico, vedete che le cose cambiano”

Tu sei stato il regista dello spostamento quote tra Muratori e Tedeschi, poi sei stato a Firenze e Imola. “Eravamo contenti che la Fortitudo finisse in mano alla famiglia Tedeschi. Loro sono persone importanti, gli altri soci li conosco poco a parte i Basciano”

Imola? “Io ora mi occupo di altro. Con Domenicali c'è una amicizia decennale, mi ha chiesto una mano per trovare qualche sponsor, ho conosciuto una ragazza d'oro come Sofia Conti, ho consigliato Matteo Angori che però dopo una buona partenza ha deciso di dimettersi, ora c'è Federico Vecchi che è un ragazzo splendido. Non ci sta girando benissimo, ma la piazza merita qualche impresa che investa”

Non sono troppe due squadre a Imola? “Unirle non si può. Imola merita la A2, ma senza risorse non si fa strada. Io cerco di dare il mio contributo, questo è un momento delicato ma la gente merita tanto”

Il piano di rientro, in Fortitudo? “Io mi dimisi in inverno. Poi a luglio venne approvata la ristrutturazione del debito, e da lì la Fortitudo si à salvata”

Oltre ai Tedeschi c'erano altri candidati? “Qualcosa sì, ma è stato giusto andare in questo modo. C'erano altri imprenditori, a volte mascherati e che facevano andare avanti i professionisti”

Furono loro a proporsi? “Andammo noi a cercarli in un momento in cui dovevamo vendere”

Mancinelli è stato trattato bene, dalla Fortitudo? “Con lui ho una amicizia che va oltre, così come con Aradori e altri come Fantinelli pur con l'amore-odio dell'ultimo anno in cui era spesso infortunato. Lo presi che era un ragazzino… Su Mancinelli non saprei dire, sono scelte della attuale società”

Nessuna festa di addio e nessuna maglia ritirata… “Io lo avrei fatto. Ma non mi sento di criticare chi c'è adesso. Lui fu costretto ad andare via dalla Fortitudo, quando ha potuto è tornato in tre secondi. Mi è dispiaciuto dargli la retrocessione, non si meritava una simile fine di carriera”

E' onesto da parte tua fare autocritica. “E' giusto festeggiare così come ammettere le colpe”

Qualche errore c'è stato. “Non sono l'unico, nello sport, ad avere fatto errori. Solo che ora le critiche sono amplificate, ci sono i figli che leggono i social, e oggi dietro ad uno schermo possono parlare tutti”

Cosa vorresti dire ai tifosi Fortitudo? “Non sono qua per fare appelli o fare richieste. Uno deve ammettere le proprie responsabilità, e stare nel mondo dello sport mi ha fatto crescere molto dal punto di vista personale. Forse, ripeto, avrei dovuto sapere meglio come scegliere i momenti giusti, perchè nello sport è fatica salire ed è un attimo scivolare. Purtroppo le situazioni cambiano, hai momenti in cui hai tanta gente sul carro e questo barcolla. Ci vuole rispetto per i tifosi, e gestire certe situazioni è stato difficile. Troppo facile sparare contro tutti, io mi sono portato a casa le mie responsabilità e ripeto: saremo retrocessi, ma abbiamo consegnato una squadra, sana, in A2. Quando al mio arrivo non c'era nulla. Ci siamo divertiti, abbiamo fatto un percorso, e lasciato una eredità con qualcuno che si è impegnato per pagare i debiti. Il Consorzio si è impegnato tanto, peccato per la retrocessione”

Il video integrale della trasmissione.

 

 

 

 

Questa sera "Casa Virtus" su TRC alle 21.30
Halftime: Virtus Segafredo Bologna - Dolomiti Energia Trento 49-41