(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

E allora playoff siano, in A2, dopo una stagione fatta di 22 partite “regolari” prima, del tanto vituperato orologio poi (ma sempre punti per la classifica dava, al massimo le storture sono altrove), e di due classifiche discretamente sbilanciate: 11 vittorie sono bastate a Vigevano nel verde per conquistare la seconda fase, 15 vittorie non sono bastate a Cento, nel rosso, per arrivarci: di là, sarebbe stato quinto posto. Più che l'orologio, la stortura è l'obbligo a due tabelloni di playoff separati, cosa che ha fatto nascere sospetti di risultati pilotati, nel finale, per andare da una parte piuttosto che dall'altra: meglio semifinale in casa e Trapani poi, o meglio Cantù e Forlì fuori? Questo, il problema: come se nel tennis si potesse vincere Wimbledon evitando Djokovic con un po' di calcoli. No: lì per arrivare alla fine li devi battere tutti. Qui, no. Ma, sia chiaro: lo scrivente altre idee per la formula non le ha, quindi questa è una critica che non ha però consigli per essere altrimenti costruttiva.

E playoff siano, con la stortura della scorsa stagione - mercato troppo aperto, con la discrepanza dalla A1 per cui si poteva prendere chiunque - fin troppo corretta oggi, che ad esempio Forlì si trova ad avere perso Allen all'ultima curva (evitabile, col senno di poi?) e senza alcuna modalità per sostituirlo. Ma, anche qui, povero Martino: fosse andato alla - per lui - inutile - Latina con le giovanili, lo avrebbero accusato di falsare il campionato. Con i titolari, è rimasto fregato. Cosa avrebbe dovuto fare?

E playoff siano, con la Fortitudo che li conquista da seconda, senza fare calcoli, con un fisiologico rallentamento nelle ultime settimane (16-3 prima, 6-7 dopo) e un entusiasmo comunque alto, giustamente: aggrapparsi alle previsioni di agosto è ormai un alibi - se hai capito che vali più dell'ottavo posto, perchè riprendere sempre la questione - e ora nessuno chiede il miracolo, ma intanto provarci, anche solo per tenere a mente le recenti dichiarazioni che arrivano da Trapani. Una Fortitudo splendente prima, un po' imballata dopo, ma che nelle ultime settimane ha capito che dalla panca qualcosa può arrivare, anche se le conclusioni sono semplici: i panchinari non te la fanno perdere, ma dovranno essere sempre e comunque i titolari a fartela vincere. Basterà per fare la strada più lunga possibile?

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