TRUFFA SULLA PROVENIENZA DELLE PATATE, GIULIO ROMAGNOLI VERSO IL PROCESSO
Avviso di fine indagine per Giulio Romagnoli, che assieme ad altre 22 persone va verso il processo. Lo riportano la cronaca di Bologna del Resto del Carlino e di Repubblica.
L'indagine - nata da controlli della Forestale e di cui a suo tempo parlò anche la trasmissione Report - riguarda una presunta truffa ai danni delle grandi catene di distribuzione, a cui sarebbero state vendute patate di provenienza estera spacciandole per made in Italy oppure mentendo sull'effettiva qualità dei prodotti, facendo passare patate scadenti per prodotti di qualità superiore. A 14 persone è contestata l'associazione a delinquere finalizzata a commettere frodi in commercio, e secondo i PM Forte e Cavallo l'ex patron della Biancoblu - titolare della Romagnoli Fratelli SPA, azienda leader italiana nel commercio di patate, sarebbe al vertice della piramide assieme ad Antonio Covone, legale rappresentante dell'omonima impresa fornitrice. Accusato invece di corruzione tra privati l'ex reponsabile nazionale di acquisti ortofrutta Conad - Claudio Gamberini - che per piazzare sugli scaffali le patate incriminate avrebbe ricevuto una Opel Corsa, acquistata da Grazia Romagnoli il 21 marzo 2013, e un abbonamento al Bologna FC per la stagione 2013/14 intestato alla società Fratelli Romagnoli e procuratogli materialmente da Giulio. Le parti offese sono Conad, Pam, Esselunga, Coldiretti, il ministero delle Politiche Agricole e l'UE.
Giulio Romagnoli - attraverso i suoi legali - parla di stupore e amarezza e respinge tutte le accuse: Mai Romagnoli e i suoi dipendenti hanno posto in essere condotte truffaldine. La Romagnoli SPA ribadisce la correttezza del proprio operato e confida di dimostrare la totale infondatezza delle accuse.