Il presidente dell FIP Gianni Petrucci, in una lunga intervista a Repubblica, ha confermato che l'anno prossimo la regola di eleggibilità scelta sarà il 6+6, e ha spiegato che secondo lui il dibattito FIP-Lega di questi giorni fa bene al basket.
Ecco un estratto delle sue parole.

Il dissidio con Proli? Petrucci spera in un accordo, altrimenti ci incontreremo in Paradiso, se degni.
Lui mi ha chiamato dittatore, ho risposto che siamo dittatori entrambi nei nostri ambiti. Questo dissidio fa bene al basket perché fa discutere. Il
calcio è popolare proprio perché suscita grandi dibattiti. E noi con questa storia siamo sempre sui giornali....
Premessa. Noi e La Lega non siamo sullo stesso piano. Per legge dello Stato le regole le detta la Federazione. Noi non possiamo esagerare nel protezionismo perché le leggi europee non ce lo
permettono. Ma abbiamo il diritto-dovere di tutelare il patrimonio degli atleti italiani, è un nostro compito istitutivo. La Lega può proporre, suggerire. Vorrebbe un numero illimitato di stranieri. Oggi sono sette. La soluzione che abbiamo individuato è 6 più 6. Poi se in Eurolega ne vogliono avere 12, fatti loro. Comunque quando si sostiene che in Lega sono tutti d'accordo non è vero. Non tutti la pensano come Milano.

Il futuro del basket italiano? Qualche risultato deve arrivare. Ho commentato l'estate scorsa la famosa frase di Mandela («Non perdo mai, o vinco o imparo»), dicendo che mi sono stancato di
imparare. Succederà. Nell'attività giovanile siamo al secondo posto in Europa. L'Istat ci dice che nell'arco di tempo tra i 12 e i 19 anni il basket è lo sport più praticato dopo il calcio e gli sport natatori. Poi ci si perde, manca il salto.

JESI - FORTITUDO, IL DOPOPARTITA
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91