Ticchi, "Allenare la femminile è affascinante, ma ci sono equilibri complessi"
Giampiero Ticchi è stato ospite di Sport Club su E-Tv.
La Virtus poteva andare avanti con te. “Avevo comunque deciso già a gennaio di lasciare, per lasciare posto ai giovani. Sarei dovuto diventare direttore tecnico, con Squarcina allenatore, ma avendo perso lo scudetto sia Baraldi che Ronci hanno preferito puntare su un allenatore vincente come Vincent, che però ha vinto poco”
Andasti via da Venezia dopo aver vinto. “E' una situazione che si è ripetuta anche a Bologna. Non ho permesso che rapporti sentimentali tra giocatrici e dirigenti portassero a squilibri. Questo ha portato ad avere problemi con una dirigente, lei aveva più vicinanza alla proprietà di me e hanno scelto che era meglio che io andassi via. La femminile è affascinante ma complicata, certi equilibri sono complessi: se sei tollerante rischi di non avere risultati, se sei rigido pesti i piedi a giocatrici o dirigenti. Io ho principi indispensabili per portare avanti il gruppo, la società li avrà ritenuti troppo rigidi”
Hai detto che allenare la femminile è come avere dieci fidanzate. “Si butterebbero nel fuoco per te, ma se fai torto ad una le altre lo seguono, perchè sono molto vendicative. Ad un ‘Roberto’ posso dire che ha sbagliato, ma se lo dico ad una ‘Roberta’ rischi di offenderla, quindi devi evitare di additarla e parlare di errore collettivo. Ma è bello, perchè sono grandi professioniste, serie, e devi cercare di aumentare la loro autostima perchè rischiano di avvilirsi. Ancora adesso tra allenare maschile e femminile sceglierei la femminile, comunque”
Quanto ha inciso il rapporto tra un dirigente e una giocatrice? “Preferisco non espormi, non va bene parlarne. Ho detto solo che le situazioni affettive all'interno di una squadra rischiano di compromettere i risultati"
Nel maschile non capita. “E' più difficile. Nella femminile le ragazze se hanno grande rispetto per l'allenatore gli permettono di avere molta influenza”
Visti i risultati, sono stati meglio gli allenatori italiani che non francesi. “L'anno scorso siamo arrivati in finale, quest'anno purtroppo non ce l'hanno fatta. Era una squadra che si perdeva alla prima difficoltà, vincendo partite difficilissime ma in altri casi non in grado di risolvere i problemi”
Da direttore tecnico, cosa avresti cambiato? “Sarebbe stata una figura tecnica, con un allenatore giovane, bravo e competente. Magari gli avrei dato supporti e consigli, ma avrei avuto un ruolo solo tecnico e non dirigenziale. In una realtà come la Virtus è giusto che sia la dirigenza a decidere, io sarei rimasto in un altro ambito”
Che squadra avresti fatto? “Mi piace il gioco veloce, ma nella femminile incide ancora molto la fisicità. Mi sarebbe piaciuto avere giocatrici interne, Cox ad esempio non aveva molta pericolosità interna, avrei preferito qualcosa di diverso. Ma la squadra era quasi al completo”
Scudetto Milano o Virtus? “Virtus avvantaggiata. Se dovesse essere quella, la finale, incideranno anche le piccole cose. Guardiamo cosa è successo nei giorni dell'infortunio di Hackett, ad esempio. Ma credo che la Virtus abbia un po' di vantaggio, pur ricordando che sarà importante capire chi sarà in forma in quel momento”
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