Il giorno dopo è sempre quello in cui i lividi fanno più male, dopo le botte prese. Perché è un derby, perché si poteva almeno perdere di 31 senza andare quindi ad intaccare il numero legato al Grande Freddo di 31 (sempre lì torniamo) anni fa, perché tutto è andato storto. Male l’approccio mentale, fisico, c’è ben poco da salvare in una serata di Natale dove la Fortitudo è stata bullizzata da una Virtus capace di andare, sempre e comunque, laddove i biancoblu potevano avere limiti: la fisicità in area, la lentezza nei cambi difensivi, la difficoltà nel rientrare dopo un errore al tiro. Ed è difficile fare l’elenco dei problemi avuti dai singoli e dal gruppo. Però, provando ad andare contro corrente, cerchiamo di buttare via il pannolino, sporchissimo, senza però scaraventare nell’indifferenziata anche il bambino. Perché, innegabile, il bambino finora tanto male non aveva fatto.

La Fortitudo, ieri, ha perso anche e soprattutto mentalmente. Perché di limiti fisici ce ne sono stati anche con altre avversarie, più o meno sempre matate. Vero che la proprietà transitiva nello sport non esiste (altrimenti il Bologna dovrebbe essere nei quarti di Champions, per dire), e quindi paragonare le prestazioni a Sassari o come si sia fatto bene con Milano e Venezia non significa essere sempre e comunque a livelli da primissime. Ma certe lacune strutturali erano sempre state nascoste: ieri, allora, o geniali i Dj’s e imballati dal cotechino i Martino’s, o l’errore è stato a monte. Ai tifosi interpretare cosa sia meglio o peggio, però…

Però c’è una Fortitudo che è ancora tra le potenziali Coppitaliare. Che fino al pomeriggio del 25 era stata tra le sorprese del campionato, e che ha ancora grande margine per arrivare tra le otto e continuare la sua bella stagione. Ok, vero che i tifosi chiedevano e chiedono anche e soprattutto il derby, ma maturità è anche resettare, formattare, e tirare avanti sapendo che Trieste e Reggio potrebbero dare risultati, nelle gerarchie, comunque inattesi. Distruggere tutto solo per 40’ orripilanti (cit.), ecco, quello sì che sarebbe un segnale di inferiorità. Poi, magari, affrontare la gara di ritorno con maggiori attenzioni, specie mentali. E’ andata così, amen.


Grande grande grande - Forse solo la dignità di qualche veterano (Cinciarini, ma anche un Mancinelli che ormai non può più giocare da 5, benchè in emergenza). O Fantinelli che, battezzato, ha dimostrato che ogni tanto da lontano può anche metterla.

Parole, parole, parole - La rete si sta già intasando di inevitabili meme riguardanti Aradori, ma non è stato l’unico, ieri, a non capirci molto. Resta il rammarico per l’assenza di Daniel, ma sarebbe stato il classico mettere una toppa davanti ad un buco molto, molto più grande. E qualcuno vada a portare una carezza a Leunen: ciccare così il derby gli avrà fatto malissimo, dopo un anno e un quarto di meraviglie.


(foto Fortitudo - Valentino Orsini)

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