Alessandro Piazza, cresciuto nelle giovanili Fortitudo, sarà l’ex di turno della serie tra Effe e Agrigento.
Il Resto del Carlino l’ha intervistato.
Ecco le sue parole:

E’ ovvio che per me questa sarà una serie speciale. Intanto sono contento per la nostra società perchè giocare su campi blasonati come quello di Treviso o come quello di Bologna è una bella medaglia per chi si è affacciato solo da qualche anno nel panorama della pallacanestro di alto livello. Poi ci sono io, che sono sempre stato un tifoso dell’Aquila, che lì sono cresciuto e ho tanti amici, ma non è la prima volta che la affronto per cui sono preparato su come affrontare l’emozione.

Nel 2005 era tra i 12 che vinsero il 2° scudetto della Fortitudo. Che cosa ha pensato durante l’instant replay? Pregavo che si avverasse un sogno. Dovevo ancora compiere 18 anni e ragionavo più da tifoso che da giocatore. Ero un giovane che aiutava la squadra ad allenarsi e che andava in campo se la partita era già decisa, per risparmiare chi la gara la disputava realmente.

Nonostante il cuore in estate ha scelto di rimanere ad Agrigento. Perchè? L’interesse della Effe mi ha lusingato, ma non potevo andare via. Da ottavi eravamo arrivati in finale, potevamo entrare nella storia dato che nessuno da ultimo era riuscito a centrare la promozione. Sentivo riconoscenza per chi aveva avuto fiducia in me, era giusto restare: qui si parla poco e si fa tanta pallacanestro.

Lei è alto 176 cm. Quanto carattere ci vuole per dettare i ritmi di chi è alto più di 2 metri? Abbastanza, ma come sempre sono i risultati a fare la differenza e se non arrivano, la prima cosa che viene valutata è il ruolo del playmaker. La prima cosa da ottenere è il rispetto dei compagni e per averlo devi rispettarli.

La serie inizia domenica ad Agrigento. Chi parte favorito? Se Bologna riesce a portare la gara sui suoi binari, sono loro ad avere un vantaggio. Se invece giochiamo ai nostri, allora saremo noi.

Si può vincere al PalaDozza? E’ difficile e io che ho vestito quella maglia so quale spinta può dare la Fossa dei Leoni, che non smette un secondo di incitare la propria squadra. Dobbiamo provarci, senza calcoli.

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