La peggior Virtus nella stagione, nella partita più importante fin qui. La partita di ieri si può sintetizzare rapidamente così. Nel clima rovente e bellissimo della Stark Arena (16505 gli spettatori dichiarati) per vincere sarebbe servita la partita perfetta, ovvero quella che ha fatto il Partizan. Tatticamente i serbi sono stati bravi a colpire i punti deboli dei bianconeri, in particolare sfiancando Milos Teodosic attaccandolo continuamente, ma anche come energia c’è stato un divario abissale.
Il drammatico 36-19 del secondo quarto è stata la chiave della partita. Poi certamente per il Partizan - che era la terza peggior squadra nel tiro da tre di tutta l’Eurocup - essere partiti 5/6 e aver chiuso con 14 triple a segno ha aiutato molto, ma è esercizio sterile cercare di capire dove finiscano i meriti serbi e inizino i demeriti italiani. Fatto sta che all’appuntamento importante i primi si sono fatti trovare pronti, i secondi molto meno, a parte Gaines, qualcosa da Gamble e Pajola. Mancando sul campo quelli abituati a giocare partite del genere (solo tre, ha detto Djordjevic, di sicuro Markovic e Teodosic) per gli altri si è fatta notte molto presto. Nessuno, dei serbi bianconeri, è stato quindi profeta in patria.

Il -18 finale (e poteva essere ben peggio) è un passivo pesante, e rende la prossima partita contro il Darussafaka già quasi uno spareggio, per provare a passare il turno. Tutto quello che si può fare però è analizzare la sconfitta dal punto di vista tattico e resettarla immediatamente dal punto di vista emotivo. Di sicuro si è capito cosa manca per competere a certi livelli: energia ed esperienza di sicuro, e probabilmente anche un giocatore.
Ora bisogna andare avanti, perché il campionato non aspetta e le Top 16 ancora meno, sperando ovviamente che la caviglia di Hunter - giratasi negli ultimi minuti - non dia problemi.

(Foto Virtus Pallacanestro)

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