Flats Service Fortitudo Bologna - Assigeco Piacenza, il dopopartita
Siamo tutti adulti e vaccinati per sapere che a volte ci sono anche partite come queste. Con un evidente divario tecnico tra le due squadre ma con un certo torpore che non permette di farlo vedere tutto: in alcuni casi si fa pari e patta finchè prima o poi arriva l'inerziale colpo del KO, o come ieri quando è bastato un attimo di concretezza nel primo tempo per fare 21-5 di parziale ed indirizzare tutto il resto, trascorso poi in totale normalità. Erano quelle partite che, ai tempi di Myers e Recalcati, diventavano un gatto con il topo fino a che un qualcuno, di solito Karnisovas, prendeva possesso del ruolo di leader e le chiudeva. Ordinaria ammistrazione.
Però quelle erano Fortitudo con punti di riferimento certi assoluti. Quella di ieri, che non ha fatto gran mostra di sè contro una Piacenza di buona volontà e poco altro, è ancora quel cantiere in movimento che certe cose potrebbe, potrebbe, evitarle. In realtà c'è stato anche un po' di merito esterno, specie dietro: a marcare Fantinelli con un corpaccione come quello di Bartoli si disinnescano certi mismatch che hanno fatto la fortuna di Bologna, così come a chiudere certe traiettorie verso Freeman. Ecco quindi la pigrizia dei 32 tiri da 3 presi (e 8 infilati, quindi non che ci fosse grande ricavo) e di una gara sotto tono. E che a Caja non sarebbe andata giù lo hanno dimostrato i due timeout presi negli ultimi minuti della gara, a cercare di svegliare una squadra poco vispa. Oggi è bastato, domani chissà.
Sei bellissimo - Nessuno davvero sopra le righe, con Bolpin forse unico a tenere un rendimento di prima qualità. Poi, chiaro e ovvio, tutto quanto successo prima della partita. Ruben si sarebbe divertito.
In altomare - Ancora presto per capire di che pasta sia fatto Thomas, fine.