Ultima di campionato quindi per la Fortitudo, che saluta la serie A1 nella curiosa cornice della Unipol Arena contro Reggio Emilia e da domani darà la stura definitiva, senza più nessun campo da raccontare, a ipotesi e teorie su quello che sarà il proprio futuro. Roba già iniziata dal fischio finale della gara con Napoli, con stracci che sono metaforicamente volati tra la proprietà e la tifoseria organizzata e premature idee su quello che sarà invece l'ambito agonistico. Oggi il Carlino ricorda i favori fatti da Muratori e Pavani alla Fossa: il primo dal gruppo scelto, il secondo pronto a dare visibilità quando richiesto.

Intanto, almeno si smetterà di giocare, ammesso che questa squadra abbia mai iniziato: per tanti sarà l'ultima, per Durham e Procida nemmeno visto che uno è scappato e l'altro sarà assente. Potrebbe essere l'ultima per Antimo Martino, che non è mai riuscito in stagione a dare una vera e propria scossa: mai infatti è parso che la Fortitudo potesse girare l'angolo, mai c'è stata anche solo una doppia vittoria consecutiva, e il coach molisano è parso uno che ha preso una macchina lenta portandola avanti senza mai cambiarne la velocità. Ai posteri il giudicare le sue eventuali colpe, riconoscendo che la squadra era stata costruita male prima e non è stata ben aggiustata dopo: i ruoli con buchi sono rimasti incompleti, i ruoli con abbondanza sono rimasti tali senza cambi di gerarchie, amen. E conta poco capire in che posizione nella top ten delle colpe possa essere il coach che, almeno fino al febbraio 2020, pareva avere una specie di tocco magico. Lo sport è così, purtroppo.

Quindi ecco il saluto alla squadra, non particolarmente colpita da contestazioni domenica scorsa. E chissà se sarà l'ultima di Mancinelli, silente capitano che non gioca da novembre, che aveva ipotizzato un suo rientro agonistico a fine gennaio ma che è poi sparito dalla circolazione. Le varie voci su di lui spaziano dal voler continuare a giocare al doversi chiedere se accettare ruoli societari (idea questa che gira ormai da anni): se fosse l'addio, comunque, sarebbe una piccola notizia. Quel che è certo, ad ogni modo, è che oggi termina una delle stagioni agonisticamente più negative della storia Fortitudo, con il pubblico ormai annoiato da tutto quanto successo, in campo e fuori. Da domani, si dovrà iniziare la lunga marcia per la ricostruzione.

(foto Reyer Venezia)

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