Alla fine, la Virtus è sopra 2-0 e questa è l’unica cosa che conta davvero. Belinelli era stato l’eroe di gara 1, Cordinier lo è stato di gara 2, con tre giocate decisive in fila: fallo in attacco forzato a Tucker, fallo subito da Simms con 2/2, difesa finale ancora su Tucker.

Prima, c’è stata una gara 2 molto simile a gara 1 per andamento, con Segafredo andata oltre il +20 giocando benissimo, e poi blackout, rimonta di Venezia e grosse complicazioni nel finale.

Tutto abbastanza strano, sia perchè entrambe le volte la Reyer - molto talentuosa ma discontinua - ha aspettato di finire a -20 per iniziare a giocare, sia perchè i bianconeri non sono stati in grado di gestire un vantaggio enorme. Il tutto però ha anche ragioni tecniche, non solo mentali. Nel secondo tempo Venezia è stata eccellente a togliere le uscite a Marco Belinelli, che nel primo tempo e in tutta gara 1 era stato letale. La Virtus, con Shengelia fuori partita e in assenza dell’unico vero creatore dal palleggio che ha - Lundberg - si è trovata sostanzialmente priva di alternative. Questo è stato e sarà ancora un problema, perchè il danese non è vicino al rientro. 

Ovviamente bisognerà cercare di lavorare sul fattore continuità, perchè il rischio di bruciarsi - continuando a giocare col fuoco - è alto. La cosa positiva che Banchi si porta a casa, però, è che entrambe le volte la squadra non si è scomposta, ha reagito appunto da squadra e nel finale ha avuto i nervi saldi per portare a casa entrambe le partite, partendo da giocate difensive di alto profilo. Questo è un vissuto che ci si porterà nel resto della serie e poi - se tutto andrà come deve andare - nella finale. Per provare a vincere lo scudetto, oltre a provare a recuperare Lundberg, servirà anche il miglior Shengelia, però.

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