(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

La volta che c’è la panchina sono i titolari a fare un passo indietro e, la prima sconfitta casalinga della Fortitudo arriva contro una Verona acciaccata e limitata, ma che non ha ceduto il passo dopo essere stata rimontata e superata nel terzo quarto. Acciacchi sparsi, settimana di problemi ad allenarsi con continuità, e alla fine sono andati meglio i discussi – forse ora non più – Conti e Morgillo rispetto ai soliti noti. Poteva capitare, forse non con questi protagonisti e non protagonisti, e vabbè, si potrebbe dire.

 

Si parte con sbadataggini collettive sia davanti che dietro, Verona scappa ma non sgomma, e la retta via che non viene trovata nemmeno dopo il primo timeout cajesco. 4-10, 9-10, 9-19: latitanze varie, poca intensità, poco da dire, 12-22 al 10’

 

Verona difende bene l’area, di palloni alternativi alle triple ne arrivano pochi e confusi, i fischietti tutelano più le difese che non gli attacchi, Caja e Ramagli si alternano nel tuonare le proprie lamentele (al tecnico ci arriva però l’ospite), e si resta comunque con un decino di disavanzo. Nemmeno i liberi vanno dentro, si è 24-36 prima che qualche fagiolata di fine tempo chiuda il 20’ sul 38-31 Verona.

 

Poco fanno gli ospiti per straripare, ma se l’attacco Effe si aggrappa alle sole zingarate di Panni la Scaligera sembra dormire sonni tranquilli, poi però si attiva un prima dormiente Bolpin e, quasi senza accorgersene, da -12 in un amen, anzi, due, anzi tre, il parziale è di 19-4 con ribaltamento del punteggio e gioie collettive non solo di un ignorantissimo – nel senso basiliano del termine Panni – ma anche dei redivivi Conti e Morgillo. Rivincita dei peones, 51-49 al 30’.

 

L’inerzia pare cambiata, tripleggia pure Sergio, ma paradossalmente oggi è il rientro dei titolari a far calare l’intensità, così dal +5 si torna all’impatto a quota 61 e successivo sorpasso esterno. Diventa faticosissimo, anche dopo che una persa di Aradori diventa una stoppata di Freeman a chi già stava per inscatolare il +8 Verona. Ogden emette il primo segnale con la disperata tripla del -3 a 20”, ma Penna mette i propri liberi, l’ennesima ignoranza di Panni non va a buon fine, 9-2 il record a fine girone d’andata. Poteva andare peggio.

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