In una lunga intervista alla Provincia, il presidente di Cremona Aldo Vanoli ha parlato anche della fine del rapporto con Meo Sacchetti, usando parole piuttosto dure.

Cosa è successo con Sacchetti? Meo aveva ancora due anni di contratto, senza uscita. Lunedi 11 mi ha chiesto un appuntamento e ci siamo visti. Era un po' teso, perché aveva raccolto voci secondo le quali avevamo dei problemi e c'era il rischio di chiudere. Gli ho detto chiaramente che anche per noi stava in iniziando la Fase 2 e che dovevamo avere il tempo di chiarirci le idee. Ho chiesto tempo, ma lui aveva fretta di partire con il progetto italiani, che in realtà era già in piedi prima della Final Eight. Gli ho chiesto di avere pazienza qualche giorno. Il venerdì c'era l'assemblea di Lega e anche quello poteva darci qualche indicazione. Mi ha chiesto "mi raccomando che sia entro il 15 giugno". Al martedì pomeriggio mi ha telefonato dicendomi che aveva urgenza di parlarmi. Quando mi ha detto cosi ho capito che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Al mattino seguente, alle 9, ci siamo sentiti. Mi ha detto "Aldo, visto l'incertezza io avrei un'offerta urgente, da prendere o lasciare". Non mi ha detto con chi, gli ho chiesto di avere pazienza. Mi ha detto che sarebbe stato meglio parlarne con il suo procuratore. Me lo ha passato, ma in quel momento non avevo tempo e gli ho chiesto di rinviare la cosa al pomeriggio. Alle 17 ho risentito il suo agente che ha esordito dicendomi che per Meo c'era un'offerta interessante dalla Fortitudo. Le sue parole sono state "spero tu sia contento che ti sollevo da un contratto oneroso per i prossimi due anni". Siamo stati quindici minuti al telefono, i miei nipoti lo sapevano già, lo avevano letto sui social... Dire no non avrebbe avuto senso, se quello era il suo desiderio. Quindici minuti dopo casualmente avevo già sulla scrivania la rescissione. C'è stata la tentazione di far saltare tutto.

Sacchetti dice di aver presentato quattro proposte tecniche a cui non ha mai avuto risposta. Non è vero. Sul progetto italiani stavamo lavorando. Sapevamo che qualche giocatore, in ottica Nazionale, avrebbe accettato anche un ingaggio più basso. Avevamo parlato anche di affrontare una coppa europea, lì forse il mio no ha fatto saltare i primi bulloni. Non sono mai stato del parere, anche perché sarebbe stato più difficile reperire risorse. È vero che a livello europeo i giocatori maturano più in fretta, ma la situazione attuale non dà troppe certezze. Parlo degli spostamenti, in aereo e pullman, soprattutto a quali costi? Fare tutto al buio mi sarebbe sembrato troppo rischioso. Mi è stato detto che i giocatori avrebbero anche chiesto meno, è vero. Ma se le cose fossero andate bene, a forza di premi, i costi si sarebbero gonfiati ancora di più. Visto che noi siamo abituati a pagare fino all'ultimo euro, non mi sembrava il caso dì non poter onorare le promesse.

È più forte la delusione per aver perso un bravo allenatore o per come è finita? Per come è finita. Da allora Meo non l'ho più sentito. Gli ho scritto su whatsapp a mezzanotte e poi alle 5, dopo aver letto l'intervista che ha rilasciato a La Provincia. Gli ho raccontato della stomachevole telefonata con il suo procuratore e gli ho chiesto se avesse perso un po' di memoria. Che in caso gli potevo ricordare qualche scambio di opinioni. Ho chiuso con in proverbio che dice "non fare del bene se non sei pronto all'ingratitudine".

Il quotidiano cita anche alcuni collaboratori del presidente, che confermano come "il tradimento di Meo è stato per Aldo la delusione più grande", al punto di voler lasciare la società e porla a rischio chiusura. Secondo patron Vanoli, al momento le possibilità che Cremona l'anno prossimo faccia la serie A sono del 20%.

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