Virtus, il punto a fine stagione
Alla fine, gara 4 è stata la meno equilibrata di tutte le partite di finale. Se la Virtus ha e deve avere enormi rimpianti per i treni persi in gara uno e gara tre, quest’ultima sicuramente con recriminazioni arbitrali ma anche proprie - visti i due rimbalzi offensivi cruciali concessi a Melli e Mirotic nell’ultimo minuto - su ieri c’è onestamente poco da dire: l’Olimpia ne aveva di più.
Questo è un tema da approfondire: dato che è la quarta finale consecutiva tra le due squadre, e dopo l’exploit iniziale delle Vu Nere nel 2021 Milano ne ha vinte tre in fila arrivando alla fine con una migliore condizione fisica, qualche domanda bisognerebbe farsela.
Per il resto, si è chiusa una stagione da 82 partite davvero lunghissima, come ha sottolineato ieri coach Luca Banchi. Iniziata con lo shock del cambio di allenatore a pochi giorni dal via e la effimera vittoria della Supercoppa, la stagione bianconera ha avuto momenti davvero esaltanti, soprattutto fino a dicembre, quando i risultati e il basket mostrato l’hanno resa una delle più belle sorprese di Eurolega. Nel 2024 però le cose sono cambiate, a causa di qualche infortunio, ma anche perchè i veterani, sovrautilizzati a causa di mancanza di reali alternative, hanno iniziato ad accusare il colpo. Eliminazione precoce in Coppa Italia, calo verticale in Eurolega, con l’unica eccezione della splendida vittoria di Istanbul ai play in, e playoff giocati col fiatone, tra infortuni e stanchezza. Belinelli (che ieri ha fatto 0 punti, come già in gara 7 l’anno scorso), Shengelia, e soprattutto Hackett e Dunston sono arrivati alla post season davvero stanchi e con acciacchi vari, dopo una stagione eterna.
Uno dei motivi di questa stanchezza - oltre all’età media avanzata di molti titolari, è dovuto al fatto che al mercato invernale alcune squadre - tra cui Milano, che ha ripreso Napier - si sono rafforzate, la Virtus invece no. Sono usciti Smith (che ha chiesto di essere ceduto) e l’infortunato Cacok e sono arrivati Lomazs e Zizic: il primo, nonostante sia un punto fermo della Nazionale della Lettonia, e quindi ben conosciuto da Banchi, ha giocato appena 105 minuti in campionato. Il secondo non ha mai inciso, sia per la difficoltà di inserirsi in corsa, sia perchè un pivot statico vecchio stile con il tipo di gioco della Segafredo 2023-24 c’entrava poco. E quindi si è arrivati al momento chiave della stagione, oltre che in piena riserva, con gerarchie poco chiare nel ruolo di pivot, con nessuno dei tre che - per motivi diversi - dava a Banchi le necessarie garanzie. La scelta di escludere Mickey in gara 1, che col senno di poi può essere stata fatale, nasce da questa situazione.
Dal punto di vista dell’entusiasmo, invece, la Virtus ne ha generato tantissimo, con un filotto di sold out consecutivi in Eurolega e tantissima “hype” in città per la splendida stagione europea. Questo sentimento, citato anche ieri sera da Luca Banchi, non deve essere disperso.
A proposito del coach toscano, anche lui come tutta la squadra ha avuto picchi altissimi e qualche calo di rendimento, nei momenti più difficili della stagione. Ma merita senza dubbio di poter guidare una squadra scelta da lui, visto che quest’anno l’ha dovuto fare con giocatori scelti da altri.
Ora si va avanti, con la rassicurazione della sponsorizzazione Segafredo (a cifre inferiori, ma il budget complessivo sarà simile) e la ragionevole certezza di essere in Eurolega. La prima necessità - fondamentale - è quella di svecchiare il roster.