Stiamo scrivendo la storia, scrive il sito di Cividale, e questo spiega tante cose, che forse in casa Fortitudo ancora non sono chiare. Ovvero, che l'arrivo dell'Aquila, benchè non esattamente nella sua miglior versione storica, è evento che moltiplica le forze e la voglia di farcela: ha ragione Dalmonte che qui si deve guardare all'oggi e non al passato o al futuro, ma le altre piazze guardano tanto anche lo ieri, e lottano pensando a come sarà bello, alla fine, sconfiggere chi vinse - l'altroieri - due scudetti e non solo. Quindi, affrontare certe partite con approccio soft diventa peccato mortale e mortalissimo, e non è la prima volta che la Fortitudo si trova a dover rimontare dopo iniziali sonnolenze: a volte ci si riesce, altre volte no, tutto qua. Ma giocare un quarto ti può bastare in certe casalinghe, e nemmeno sempre.

Quindi, dopo due gare giocate male ma vinte, ecco quella giocata male e persa. Con alcune faccende che non sembrano diverse da quelle di alcune sconfitte della passata stagione, allo sprint: i tiri finali non se li prendono mai i cosiddetti fari dell'attacco, e laddove i palloni decisivi finivano nelle non adatte mani di spuntati islandesi o fuoriruolo greci, ieri il gol finale lo ha cercato Italiano, che ok era in buona serata, ma che forse non ha in quello il suo mestiere. Latitanti gli altri bacini, e non è una novità. A Cividale c'è stato il flop del duo italiano Fantinelli-Aradori, quello che dovrebbe fare la differenza per esperienza, pedigree eccetera: ma se uno fa 0/6 e l'altro sparisce dopo due canestri fatti e tanti presi, allora non si può sempre sperare che i vagoni vadano più forte della locomotiva che dovrebbe trainare.

Ridimensionamento, allora? Forse no, perchè il termine implicherebbe aver chiara la dimensione iniziale della squadra, e quella ancora non è stata ben definita. Diciamo che questa Fortitudo deve crescere sotto tanti aspetti, specie quello dell'ordine offensivo e della mentalità. Sul primo ci si può lavorare, sul secondo anche, se la lezione verrà imparata. Ora sempre Friuli, Udine: magari affrontare una delle favorite, magari affrontare Boniciolli, potrà stimolare la truppa più di quanto il campo della neopromossa Cividale non abbia fatto. Ma i peccati di accidia, quelli, difficilmente potranno essere perdonati una seconda volta.

Ed ero contentissimo - La prova di Italiano e, almeno a livello di cifre, quella di Davis. Ma sia lui che Thornton hanno avuto più impatto statistico che non di concretezza, con il lungo ancora svagato e l'esterno fin troppo accentratore. Lo striscione della Fossa per Andrea Blasi.

Non me lo so spiegare - Se pure Cucci tra i lunghi fa flop diventa dura, specie se come detto il duo Fantinelli-Aradori si prende sabato di relativa vacanza. Specie il secondo: ricadere negli stessi errori della categoria superiore rischia di mettere tante cose in discussione, perchè se dietro non gli si può chiedere nulla che si sappia non essere nelle sue corde, che almeno arrivino i bottini. Vabbè, alla prossima.

(Foto Marco Pregnolato)
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