Carraretto, "Dispiace per il secondo posto, ma ci faremo trovare pronti"
Marco Carraretto è stato ospite di L’osteria del basket – Nel bosco non solo mirtilli.
Luca Banchi
Luca è, diciamo, stato sempre l'allenatore che mi è stato più sulle scatole durante il periodo giovanile, perché era l'unica partita che regolarmente perdevamo in tutto l'anno: la semifinale con il Don Bosco Livorno. Io ero a Treviso e puntualmente non riuscivo mai a giocare la finale. Quindi all'inizio non ho avuto un rapporto idilliaco, poi ci siamo trovati a Siena e da lì è nata un'amicizia che ci lega anche ora. Siccome lui abita a Grosseto, d'Estate si trasferisce a Marina di Grosseto e io vado al mare lì vicino, riusciamo a trovare sempre almeno una serata per farci una mangiata e stare un po’ di tempo insieme.
Luca è un grande amante e un grande appassionato del suo lavoro, della pallacanestro, conosce benissimo tutti i giocatori, conosce le caratteristiche. Ha evoluto, diciamo, dal punto di vista tecnico la pallacanestro che mette in campo. Sia quando era vice, quindi come aiuto a Pianigiani, sia dal punto di vista di coach e lo stanno dimostrando i risultati di questo ultimo periodo. Credo che sia maturato molto dall'epoca di Siena ad oggi con tanta esperienza messe in campo sia dal punto di vista della gestione della squadra, sia dal punto di vista della ciclicità: cioè nel dare poche informazioni chiare ma che permettono ai giocatori di esprimersi al meglio. Li mette sempre nelle condizioni giuste per esaltare le caratteristiche tecniche di ognuno.
A Siena si diceva, molto spesso, che lui fosse la mente tecnica e Pianigiani fosse il direttore d'orchestra. Realmente credo che lì si fosse creato un bel connubio, perché è vero che Luca è molto tecnico però ho avuto anche la possibilità di apprezzarlo da vice, che è un po’ l'amico dei giocatori. Poi ovviamente quando uno diventa il coach si deve far rispettare.
Quindi ci sono dei ruoli che vengono cambiati però è riuscito a mantenere questo rapporto diretto, di rispetto con i giocatori. Ci parla molto quindi riesce sempre a dargli un input.
Se li vede scarichi riesce sempre a dargli un'informazione o se c'è bisogno di una situazione particolare in partita. Credo che sia normale evolvere e maturare nel nell'arco di una carriera.
Oggettivamente ora credo che stia anche beneficiando e raccogliendo tutto quello che ha fatto vedere in termini di risultati anche partendo dalla Nazionale l'Estate scorsa poi una chiamata in una squadra importante italiana che gioca l'Eurolega. E’ un processo che lo ha portato, con il tempo, a ritornare in squadre così importanti. Lui sta raccogliendo il lavoro di tanti sacrifici ecco.
La stagione della Fortitudo
La stagione è sicuramente super positiva. Forse tanta gente avrebbe messo la firma in un anno di ripartenza, con una squadra nuova e uno staff completamente rinnovato. Questa squadra si è messa completamente a disposizione del coach che dal punto di vista della tecnica è un fenomeno. Devo essere sincero: è un po’ come ai tempi di Siena. Si fa una settimana impegnativa che però ti prepara, per filo e per segno, a quella che è la Domenica.
Sull’arbitraggio
Senza andare nello specifico, secondo me il problema arbitrale è un problema un po’ della categoria. Nel senso che, secondo me, ci sono arbitri che dovrebbero essere più professionisti, più professionali e non dico solo domenica ma in tantissime partite. Oggettivamente non si capisce spesso che tipo di metodo usino, che cosa fischiano o perché. E’ un problema proprio della classe arbitrale poi purtroppo noi domenica siamo crollati anche fisicamente alla lunga distanza e Verona ci ha messo in difficoltà su l'energia. Sappiamo che un po’ la nostra pecca è quella di non avere magari una panchina profondissima, però sono sempre ragazzi che cercano di mettere il loro. A volte possono dare un contributo più importante, domenica abbiamo avuto più difficoltà a far canestro, lo dimostrano gli ultimi 15 minuti con nove punti solamente segnati.
Sulla costruzione del roster
Se guardiamo la maggior parte delle squadre del campionato di Legadue, c'è sempre almeno un esterno americano che possa creare qualcosa quando dagli schemi si produce poco, oppure in momenti caldi della partita, dove gli italiani non sono così, diciamo, scaltri nel costruirsi un tiro. Qui la scelta è stata dettata dalla tempistica con cui abbiamo iniziato a fare la squadra, cioè un po’ in ritardo; non drammaticamente come l'anno scorso, però in ritardo rispetto a quello che poteva essere una scelta su tutto il ventaglio di giocatori disponibili, visto che c'è stato un passaggio societario a fine Luglio. Abbiamo cercato, nel minor tempo possibile, di fare una squadra il più vicino possibile a quelle che erano le caratteristiche del coach. Avevamo già sotto contratto Aradori, Fantinelli, che per la categoria sono un super lusso, e quindi partivamo da quei due punti fermi. Il coach ha voluto costruire una squadra cercando di trovare i migliori tasselli del quintetto che si completasse tra loro. Anche chi entrava dalla panchina doveva completare, o comunque portare delle caratteristiche, che potevano essere tutte complementari.
Non c'erano giocatori nel reparto dei lunghi con queste caratteristiche e probabilmente questa è stata una prima scelta che ha portato ad avere due lunghi americani. Poi di italiani nel reparto lunghi non è che ce ne siano così tanti e partendo pure in ritardo i pezzi migliori erano già andati via. Quindi è stata una scelta un po’ dettata da una decisione tecnica un po’ anche dettata dal momento in cui è stata fatta. Però è stata una scelta che, col lavoro quotidiano, insomma con l'alchimia che si è creata diciamo, una è stata positiva ecco.
Sulla pressione dovuta ai risultati superiori alle premesse iniziali
E’ vissuta in maniera super-positiva, nel senso che è stata la spinta anche a essere ogni giorno migliori fuori dal campo, per cercare di aiutare questi ragazzi nell'avere le condizioni migliori per poter esprimere il lavoro quotidiano che poi li porti alla partita, nel miglior modo possibile. Sicuramente i risultati non è che abbiano fatto cambiare le mire societarie ma hanno aiutato a dare tranquillità, a dare solidità a quello che è un progetto iniziato a fine Luglio. La crescita della società viene fatta con i piedi per terra, ci deve essere la sostenibilità economica, che va di pari passo con quelle che sono le ambizioni e i risultati della squadra. Quindi io credo che questa siano una piazza, una società e un ambiente che vogliono sempre raggiungere il massimo. Il fatto di essere già a questo punto inorgoglisce tutte le persone che hanno lavorato e che hanno deciso di intraprendere questo viaggio. Mettendo la faccia su una situazione che non era scontata ma che comunque, col lavoro quotidiano e con la competenza della gente che lavora in Fortitudo, ha portato questa squadra a essere già una delle più importanti di questa Legadue.
Poi il nostro pubblico ci ha dato una mano importante, perché comunque ha risposto in maniera positiva e numericamente importantissima su quella che è stata la campagna abbonamenti. Abbiamo un seguito importante al PalaDozza, e fuori dal PalaDozza, che ci dà quella carica che permette ai ragazzi di dare sempre quel qualcosa in più quando scendono in campo.
Sulle avversarie
Sicuramente (Trapani e Cantù) sono due squadre che hanno investito tantissimo e che hanno dichiarato fin dall'inizio di puntare alla promozione. Rispetto agli anni scorsi credo ci sia, forse, un po’ più di qualità in tutti e due i gironi. Soprattutto nelle prime tre/quattro squadre, che poi saranno quelle che si giocheranno le serie più lunghe dei playoff. Io metto anche Torino che è realtà ambiziosa, sono di primissimo livello. Magari con qualche americano in più farebbero bene anche in serie A. Dalla parte nostra forse sta un po’ deludendo Trieste, più per problemi più legati agli infortuni che per qualità di gioco. Però comunque sono da considerare anche Trieste, che ha investito molto, Udine e Forlì e poi noi che stiamo facendo bene. Insomma, secondo me verranno fuori dei bei playoff. Sarà interessante ora vedere questa fase a orologio, dove ci incontreremo con queste squadre, e capire realmente la qualità dell'uno e dell'altro girone, per avere un'idea di quella che può essere la linea di competitività rispetto all'uno rispetto all'altro. però io credo che tra le prime quattro di ogni squadra verranno fuori cioè di ogni girone verranno fuori delle belle partite anche dal punto di vista tecnico.
Sul secondo posto
E’ l'unica cosa che dispiace, per tutto lo staff tecnico, per la società e per questi ragazzi. Sei stato primo per tutta la stagione, arrivi all'ultima e ti fai soffiare il primato. Va dato merito a Forlì, anche loro hanno fatto un campionato clamoroso, però, insomma dai, dispiace per tutto quello che è stato l'energia, il valore messo per tutti questi mesi. Però sono sicuro che ci faremo trovare pronti. Come detto: andare a giocare a Trapani non sarà facile, però sarà stimolante. Ce la metteremo tutta per rendergli la vita più difficile possibile.
L’osteria del basket – Nel bosco non solo mirtilli.
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